sabato 24 dicembre 2011

BUON NATALE E FELICE 2012

Buon Natale cari lettori e soprattutto buon inizio 2012.....
Noi ci rivedremo all'inizio del nuovo anno......domani da buon "automobilista qualunque" io e mia moglie caricheremo la nostra macchina e come due novelli Babbi Natale porteremo i nostri doni in quel di Fano in provincia di Pesaro e Urbino. Ci attendono quasi 600 Km. di strada e oltre cinque ore, di viaggio....
Allora arrivederci a presto e per quanto mi riguarda un sincero grazie a tutti voi che mi state leggendo e state diventando sempre più numerosi!!!

A U G U R I !!!!!


Francesco

domenica 18 dicembre 2011

Spot della domenica: Fiat Coupé

Questa settimana per lo spot della domenica ho pensato a pubblicità che andava in onda a metà degli anni '90 con cui Fiat promuoveva il suo ritorno al coupè con appunto la Fiat Coupè (ed evito commenti sulla fantasia utilizzata per il nome...).
Una macchina che a dire il vero non mi è mai piaciuta e che in effetti non ha ottenuto grandi apprezzamenti da parte del pubblico.
Oggi, sulle strade italiane è decisamente difficile vederne circolare ancora qualcuna, ma lo spot era decisamente originale.
Dopo la Coupè e la Barchetta (spider) che era sempre dello stesso periodo, Fiat si è nuovamente eclissata da questi due segmenti ed al momento non si sa se tornerà ancora sul mercato con modelli coupè o spider. Certamente se così dovesse essere dovrà assolutamente farlo con una macchina che rompa con il passato recente perchè altrimenti il flop potrebbe essere catastrofico.
Lo slogan? "Vivace con brio".



lunedì 12 dicembre 2011

A proposito di 8C...

In questo video tratto da YouTube Jeremy Clarkson della famosa trasmissione inglese Top Gear parla dell'Alfa Romeo 8C da lui definita "la più bella macchina mai costruita al mondo".
Purtroppo la poca maneggevolezza e un motore non all'altezza delle aspettative non ne fanno anche la "migliore macchina" mai costruita al mondo.....

Alfa Romeo tra MiTo e realtà

Premessa: Questo articolo è dedicato a Luca (e alla sua 147) e a Lele che ha incredibilmente "tradito" il marchio BMW per comprare una Giulietta.


Il marchio Alfa Romeo negli anni


Se FIAT può essere considerato sinonimo di “auto per tutti” e LANCIA  di “eleganza”,  allora sicuramente si può dire che ALFA ROMEO sia sinonimo di “cuore sportivo”. Ed in effetti tra i tre marchi italiani sopra citati è proprio l’Alfa Romeo il marchio che più di tutti ha puntato sulle corse e sull’anima sportiva dei suoi modelli. Famose rimangono ancora oggi le imprese di Nuvolari o di De Adamich sempre alla guida di un’Alfa Romeo.
Il marchio,poi, per chi ha qualche anno in più è anche sinonimo di “pantere”, le auto della Polizia che per tanti anni si è servita proprio di Alfa Romeo per le sue squadre volanti. Oggi, purtroppo non è più sempre così e per strada oltre a qualche 159  si possono vedere pattuglie delle forze dell’ordine viaggiare su Renault Laguna SW o Seat Exeo SW cosa che personalmente mi fa rabbrividire al solo pensiero.
Il marchio Alfa ha un posto d’onore nel mio cuore di automobilista perché fin da bambino adoravo le macchine del Biscione e per me era gran festa quando potevo viaggiare sull’Alfa 75 di mio padrino e così, da allora, dico che prima o poi un’Alfa entrerà a far parte del mio “parco auto”.
La Giulia, la Giulietta, la Duetto, la 33, la 75, la 164 sono sicuramente protagoniste della storia del marchio di Arese ed è proprio la 75 che viene considerata la ultima vera Alfa Romeo. Negli anni 80’ la Fiat acquisì il marchio e purtroppo iniziò un declino che sembrava segnare la fine di una casa  così gloriosa. Dopo la 75 venne messa sul mercato la 155 che ebbe ancora un relativo successo, ma soprattutto un difetto di linea che rendeva le retromarce pericolosissime in quanto il “sedere” della macchina era decisamente troppo alto e non lasciava vedere cosa succedeva dietro (all’epoca non esistevano i sensori di parcheggio). La mitica “164, in commercio da tanti anni per un certo periodo non venne sostituita e quando arrivò la “166 sicuramente non riuscì ad avere successo data l’insignificante linea di cui era dotata. A metà degli anni ’90 poi vennero commercializzate la 145 e la 146 che non riuscirono minimamente a riscuotere il successo delle loro antenate quali la “33” o la “75”. Anche in questo caso linee anonime, consumi elevati, e problemi meccanici non aiutarono certamente due modelli che tra l’altro nascevano già decisamente vecchi. Finalmente nel 1998 venne lanciata sul mercato la 156 che fu nuovamente uno strepitoso successo grazie soprattutto ad una linea decisamente sportiva soprattutto nella parte anteriore della macchina.  Nel 2006 la 156 è stata sostituita dalla 159 anche nella versione Sportwagon e nuovamente il risultato è stato quello di una macchina decisamente accattivante e bella da vedere e devo dire che tra tutte le Station Wagon è proprio la 159 quella che apprezzo maggiormente per la sua linea incredibilmente filante e sportiva. Anche la 147, la piccola/media di casa Alfa ebbe un buon successo anche grazie ad una linea nuovamente sportiva e filante come da antica tradizione del marchio.
Negli ultimi anni poi altri due modelli lanciati sul mercato stanno ottenendo un successo veramente meritato e sto chiaramente parlando della MiTo e della Giulietta.
La MiTo, la piccola di casa Alfa Romeo viene commercializzata a partire dal 2007 e il suo nome è stato voluto per unire le due città simbolo del marchio Alfa di ieri e di oggi: Mi come Milano (L’Alfa era di Arese in provincia di Milano) e To come Torino città del gruppo Fiat di cui ormai Alfa fa parte. In realtà in un concorso di idee il nome scelto dal vincitore fu “Furiosa”, ma Alfa ritenne che a livello di marketing quel nome non fosse così forte e scelse quindi di chiamarla MiTo. Con la MiTo Alfa Romeo ha smesso di “dare i numeri” alle sue macchine ed è tornata a chiamare per nome i propri modelli.
Tra le novità interessanti presentate proprio a partire dalla MiTo e riproposto anche sulla Giulietta il sistema D.N.A dove D sta per Dynamic, N sta per Normal e A per All Weather. Il sistema DNA permette di variare la modalità di guida in base alle necessità o volontà del guidatore che utilizzando un selettore sul tunnel centrale del cruscotto può decidere la modalità di guida a lui più congeniale e sicura anche in base alle condizioni della strada e del tempo.
Sia la MiTo che la Giulietta  nascono prendendo spunto dalla fuoriserie di casa Alfa, la 8C di cui ricordano sia il muso che la coda e sicuramente si può dire che la scelta sia assolutamente azzeccata visto il risultato ottenuto. Entrambe le macchine coniugano insieme una grande eleganza insieme ad una sportività tipica proprio del marchio.

Alfa Romeo MiTo
Come detto, sia la MiTo che la Giulietta, che la futura Giulia (che sostituirà la 159) riprendono scelte stilistiche della 8C, la fuoriserie del marchio del Biscione. La 8C è stata definita da Jeremy Clarkson della famosa trasmissione inglese Top Gear la più bella macchina mai costruita al mondo” dove per bella – si faccia ben attenzione – non si intende “migliore”. In effetti la 8C è un tale concentrato di bellezza, sportività e aggressività da togliere il fiato. Purtroppo vederla in strada risulta essere praticamente un miracolo visto che ne sono state prodotte solo 500 esemplari molti dei quali venduti all’estero. Però se proprio la si vuole ammirare è possibile fare un salto nello splendido Museo dell’Automobile di Torino (http://automobilistaqualunque.blogspot.com/2011/08/un-giorno-al-museo-dellautomobile.html)
dove oltre ad una interessante selezione di modelli Alfa  sono esposte anche una 8C nel suo colore Rosso Alfa ed una splendida 8C spider bianca.

Alfa Romeo Giulietta anni '50 Polizia

Alfa Romeo Giulietta anni'70/'80 Polizia

Alfa Romeo Giulietta 2011

Alfa Romeo Giulia

Alfa Romeo 33 Quadrifoglio

Alfa Romeo 75

Alfa Romeo 164 Quadrifoglio

Alfa Romeo 155

Alfa Romeo 155 GTA Museo dell'Automobile To

Alfa Romeo 145

Alfa Romeo 146

Alfa Romeo 156 Restyling

Alfa Romeo 147 Restyling 2006

Alfa Romeo 159 Sportwagon

Alfa Romeo 8C Museo dell'Automobile To

Alfa Romeo 8C Spider Museo dell'Automobile To



Alfa Romeo Brera anno 2008


domenica 27 novembre 2011

Spot della domenica: Alfa Romeo 75

Questa settimana lo spot della domenica è dedicato alla mitica Alfa 75, per alcuni la ultima vera Alfa.
La 75 è legata indelebilmente ai miei ricordi di bambino perchè è stata la macchina che ha accompagnato per oltre 10 anni mio padrino il quale ne ha avuto addirittura tre e con le quali per lavoro ha percorso centinaia di migliaia di chilomentri. Il ricordo è legato soprattutto al periodo natalizio quando immancabilmente, tutti gli anni, mi veniva a prendere a casa per andare con lui a scegliere i miei regali di Natale. E così ogni anno oltre a ricevere parecchi modellini di auto (quasi tutti regalati da mio padrino)  avevo anche la possibilità di "viaggiare" su quella macchina che mi piaceva così tanto. Cosa potevo volere di piu?
In verità anche io ho avuto diverse Alfa 75, peccato siano stati tutti modellini: ogni volta infatti che la Burago metteva in vendita un nuovo colore, o un nuovo allestimento (Polizia, Carabinieri, Finanza, Rally) facevo in modo che ci fosse chi me lo regalava. E così la mia immensa collezione di macchinine si è arrichita negli anni di qualche decina di Alfa Romeo 75 che ancora oggi conservo più che gelosamente.
Lo slogan che accompagnava lo spot? "75. Scelta di potenza".

ps. Dopo l'acquisto in poco tempo di una Alfa 147 e di una Giulietta da parte dei miei più cari amici, a breve non potrà mancare un articolo sulla casa del Biscione.



martedì 22 novembre 2011

Il California. L'unicum di casa Volkswagen.

Oggi parliamo di California. Non della California, ma del California. Devo ammetterlo: fino a qualche settimana fa, da ignorante, pensavo che esistesse solo lo stato della California in America e il comune La California in Toscana, mentre ignoravo decisamente l’esistenza del modello California di casa Volkswagen. Per dirla tutta: conoscevo il modello, ma non mi sono mai preoccupato del suo vero nome. Ho scoperto che il California è un modello d’auto quando qualche settimana fa Ezio e Lucia (due nostri cari amici) ci hanno comunicato di averlo acquistato e così mi sono prima documentato e poi quando lo hanno ritirato dalla concessionaria non ho perso tempo e mi sono fatto fare una visita guidata.
La filosofia del California, che non l’ho ancora detto, ma è un piccolo camper di casa Volkswagen, trae le sue origini dal mitico T2, il pulmino, sempre di casa Volkswagen, che è diventato un po’ il simbolo dei figli dei fiori. In realtà con quel camper che ha fatto la storia degli Yippies il California condivide ben poco, se non appunto le origini. Il vero California venne commercializzato per la prima volta nel 1988 ed è sempre stato costruito su base del Transporter, il piccolo furgone della casa di Wolfburg. Il California è praticamente un unicum nel suo genere in quanto praticamente non esistono in commercio altri modelli allestiti di serie come lui direttamente dalla casa madre. Il California è un camper, ma non è un camper; è una macchina, ma non è una macchina; è una monovolume, ma non è una monovolume; insomma, ripeto, nel suo genere è unico.
Quando Ezio ci ha detto che cambiava il suo Touran con il California inizialmente non ho capito esattamente il senso di questa decisione, ma poi riflettendo ho capito perfettamente le sue motivazioni. Ezio è uno sportivo e ogni tanto con la sua bicicletta parte per escursioni ciclistiche di diversi giorni in giro per l’Italia e il fatto di potersi muovere negli spostamenti intermedi con un camper gli facilita sicuramente la vita.  Ma Ezio soprattutto fa  parte di uno dei gruppi  jazz più coinvolgenti che io conosca, la Oliver River Gess Band (www.oliverrivergessband.com) e il fatto di avere il California gli permette di potersi cambiare prima e dopo i concerti (suonano in smoking) , mangiare qualcosa o riposarsi se magari il concerto finisce troppo tardi. In più nel caso di esibizioni all’estero come Francia o Svizzera il California gli permettere di risparmiare decisamente sul costo dell’albergo. A tutto questo si aggiunge il fatto che il California gli è sempre piaciuto molto ed ecco  che allora  il gioco è fatto.
Quando gli è stato consegnato gli ho subito chiesto di poterlo vedere e devo dire che le sorprese non sono mancate. Sul California c’è proprio tutto a parte la toilette, ma su un mezzo così proprio non ci può essere. In compenso tutti i campeggi dispongono di toilette per gli ospiti e quindi il problema è risolto. In realtà proprio il fatto di non possedere la toilette rende il California unico nel suo genere e gli permette di entrare e muoversi anche in luoghi e posti che sono invece inaccessibili per i camper veri e propri, come i centri delle città o stradine di montagna particolarmente difficoltose.
Per il resto sul California c’è proprio tutto. È omologato per quattro persone e ci sono quattro posti letto, c’è il frigorifero (naturalmente non si può pensare al frigo di casa), c’è il gas a due fuochi per cucinare (più che altro riscaldare o preparare la colazione), c’è il lavello,  c’è il tavolino interno, le prese di corrente, e anche il “dehor” esterno oltre ad innumerevoli scompartimenti dove riporre le cose più svariate.
Sul California si può dormire comodamente in quattro persone. Al piano inferiore i sedili posteriori si abbattono per diventare un comodo letto matrimoniale, mentre basta un tasto e il tetto del California si alza elettricamente per lasciar posto, come per magia, ad un altro letto a due piazze con tanto di lucernaio e luce per la lettura. Sempre per dormire tutti i vetri del California possono essere oscurati tramite le apposite tendine. L’impianto di climatizzazione è trizona (nel senso che può essere comandato e impostato distintamente da guidatore, passeggero davanti e passeggeri dietro) ed è gestito da una batteria indipendente da quella del motore evitando così che la batteria principale si scarichi.
Quando poi si vuole pranzare fuori basta aprire la tenda da esterno (naturalmente elettrica) e tirare fuori tavolo e sedie da esterno che incredibilmente prendono posto nel portellone laterale scorrevole (il tavolo) e nel portellone posteriore (le sedie).
Alla guida il California risulta essere agile e maneggevole come e forse più di una monovolume e interni e plancia comandi sono assolutamente curatissimi e decisamente eleganti. Il California di Ezio è mosso da una motore a gasolio 2.0 di cilindrata a 140 Cv, ma esiste in commercio anche il modello a 170 Cv.
Gli equipaggiamenti di serie sono già di tutto rispetto, come da tradizione Volkswagen, ma se si vuole si possono aggiungere un’infinità di optional tra i quali i sensori di parcheggio o la telecamera posteriore di parcheggio (che personalmente consiglio viste comunque le dimensioni del mezzo). Naturalmente come sempre succede, tutti gli optional non vengono affatto “regalati”. E a proposito di prezzi non si può certo dire che il California sia alla portata di tutti, visto che il listino “chiavi in mano” dichiarato da Volkswagen parte da oltre 50.000 € e arriva a superare i 62.000 € per il top di gamma. L’assicurazione invece è più conveniente rispetto alle macchine perché il California, essendo classificato camper, gode delle agevolazioni di cui godono quella categoria di veicoli.
Per riassumere quindi, pur non essendo un particolare estimatore dei “furgoni da campeggio”, mi sembra che questo mezzo possa essere un ottimo compromesso tra macchina e camper e quindi personalmente ritengo azzeccata la scelta fatta da Ezio che con il California può ora con la stessa tranquillità andare a lavorare, girare l’Italia in bici, suonare “in giro per il mondo” e passare le vacanze in terra sarda insieme a Lucia (che è sarda D.O.C.G.) la quale, mi sono dimenticato di scriverlo nell’articolo sulle gomme invernali, è riuscita anche ad andare a casa sua (Lanusei) nel mese di agosto con le gomme termiche….
Insomma: buon California a voi Lucia ed Ezio!!!

Pa maggiori informazioni sul California:

Per saperne di più sulla Oliver River Gess Band:


Il mitico pulmino degli anni '70

Il primo California del 1988

Il nuovo Volkswagen California

Il California vista interni

L'interno del nuovo California

Il gas e lavello del California


L'alloggiamento delle sedie da esterno

Il California aperto


sabato 19 novembre 2011

Metti una vignetta di Paparelli a cena....

Questa sera si prospetta una bellissima serata in compagnia di Lucia ed Ezio oltre a Danilo Paparelli e Monica Bruna. Ci vediamo per una cena a casa nostra a base di bourguignonne e tanto divertimento...
Per chi non lo conoscesse,Danilo Paparelli è un geniale quanto ironico vignettista di Cuneo, conosciuto e apprezzato però in tutta Italia (ha collaborato o collabora con La Stampa, Repubblica, Tuttosport, Exibart...) Famose sono, tra le altre, anche le sue vignette che rappresentano gli artisti contemporanei quali Nespolo, Burri, Fontana, Rotella....
In più Danilo è stato anche colui che ha ideato  la partecipazione del mio matrimonio con soggetto naturalmente un mezzo di trasporto (La Vespa). La partecipazione è stata un vero successone, tant'è che alcuni l'hanno anche fatta inquadrare. Noi in cucina abbiamo una gigantografia del disegno, mentre in camera il disegno originale.
Quando ho pubblicato l'articolo sulle gomme invernali mi ha regalato un suo disegno e quindi mi piace poterlo condividere insieme a tutti i miei lettori che, per inciso, stanno diventando sempre più numerosi!!!!


"Pneumatici"

Il disegno della mia partecipazione di nozze

Se siete incuriositi dal lavoro di Danilo: http://www.danilopaparelli.it/

domenica 13 novembre 2011

Spot della domenica: Fiat Punto Gt

Questa settimana lo spot della domenica è dedicato alla Fiat Punto Gt degli anni 90. Per me la Punto rimane l'auto più amata tra tutte quelle che ho avuto forse anche perchè è stata quella su cui ho imparato a guidare. Indistruttibile, con un bel motore vivace, la Punto prima serie è stata sicuramente una delle macchine più azzaccate dal gruppo Fiat negli ultimi 30 anni.
Ed allora ecco lo spot dedicato alla verisone sportiva della classica Punto - la GT - che per alcuni era una "bomba",mentre per altri una "bara volante".
Lo slogan? "In più è Punto"


sabato 12 novembre 2011

Un piccolo decalogo (per comprare un'auto usata)

Cambiare macchina può diventare un’odissea. Nel senso che ci sono persone che sanno chiaramente ciò che vogliono e quindi non hanno problemi: vanno in concessionaria, ordinano il modello desiderato e lo ritirano. Fine della storia. E il caso di Guido e Rosarita che da quarant’anni guidano Opel o di Gabriele per il quale c’è solo un marchio degno delle sue attenzioni: la Bmw.
Ma ci sono anche persone che vivono una vera crisi interiore quando la sostituzione della macchina diventa un fatto non più rimandabile.
Per quello che mi riguarda da quando ho la patente ho cambiato diverse auto (Fiat Punto, Bravo e Barchetta; Saab 93 Cabrio, Hyunday Galloper, Mercedes CLK, Volvo V50) e credo quindi di essermi fatto una buona “cultura” soprattutto per quanto riguarda i parametri da seguire per sceglierle.
Qui di seguito quindi alcuni consigli perché l’acquisto di una macchina si possa rilevare un affare e non una fregatura. I consigli riguardano l’acquisto di auto usate perché è proprio nella scelta di macchine di seconda mano che più spesso si possono annidare i problemi.

1.      Innanzitutto bisogna decidere un budget entro il quale muoversi. Fondamentale anche decidere verso quale tipo di autovettura indirizzarsi: utilitaria, media, berline, station Wagon, monovolume…. Bisogna anche tenere presente che in alcuni casi se si hanno a disposizione pochi soldi si possono comprare macchine assolutamente valide anche se con un po’ di anni alle spalle. Naturalmente è valido anche il concetto contrario.
2.      Privato o concessionario? Non esiste una risposta alla domanda perché se è vero che il concessionario è tenuto a garantire l’autovettura per minimo un anno (il privato non ha obblighi in tal senso), dal privato l’acquisto può risultare più conveniente.
3.      I chilometri. Acquistare una macchina usata con tanti chilometri non è esattamente una buona idea. Volente o nolente la manutenzione, soprattutto quella straordinaria sarà più frequente. In realtà alcune vetture sono famose per essere molto resistenti e quindi marchi come Mercedes, Bmw, Audi e Volvo possono risultare affidabili anche se hanno percorso molti chilometri. In questo caso tutto dipende da come la macchina è stata trattata e mantenuta dal precedente proprietario. La mia Fiat Bravo 1.2 benzina ancora circola per le strade di Cuneo e oggi ha quasi 200.000 Km. La mia Volvo si avvicina anche lei velocemente a quota 200.000, ma a parte i tagliandi normali non ha mai problemi.
4.      Sempre sui chilometri: occhio al tachimetro. E occhio soprattutto ai venditori furbetti. Alcuni tolgono chilometri alle macchine che vendono e così ad esempio una Mercedes con 190.000 chilometri potrebbe essere venduta con 90.000. Un veloce controllo si può fare controllando sul motore a quanti chilometri è stata rifatta la cinghia di distribuzione (alcuni si dimenticano che viene scritto sul motore) o controllare sul libretto dei tagliando a quanti chilometri sono stati fatti i tagliandi alla macchina.
5.       Se acquistate da un privato, soprattutto se non lo conoscete, pretendete di fare una scrittura privata in cui il venditore certifica i reali chilometri della macchina. Così, se dovesse succedere qualcosa successivamente, avrete una dichiarazione firmata dei chilometri che aveva la macchina al momento dell’acquisto. I concessionari normalmente segnano i chilometri sul contratto, ma controllare non fa male.
6.      Per controllare ulteriormente le condizioni della macchina controllate l’usura del volante. In realtà ci sono alcuni modelli di auto, come ad esempio la Nissan Micra dove il volante si consuma dopo pochi migliaia di chilometri. Un indicatore invece più sicuro è il controllo dei pedali di freno,frizione e acceleratore. Più sono consumati, più strada ha fatto la macchina.
7.      Controllate bene anche gli interni. Se il sedile del guidatore appare sciupato, diffidate dall’auto. Vuol dire infatti che o il proprietario precedente non aveva particolarmente cura della macchina o i materiali usati per quel modello di macchina sono scadenti. Quando misi in vendita la mia Fiat Punto, che di chilometri ne aveva molti, i sedili erano praticamente nuovi.
8.      Righe, graffi, ammaccature, abbassano le quotazioni della macchina. O chiedete uno sconto sulla prezzo di vendita o la fate aggiustare a spese di chi vende.
9.      Se volete acquistare una macchina cabrio controllate con estrema attenzione che la capotte sia perfettamente integra e a tenuta stagna. Soprattutto se si tratta di capotte in tela. Fatevi rilasciare una dichiarazione scritta dal venditore circa le perfette condizioni di quello che in una cabrio è l’elemento principe. In più soprattutto se la capotte è in tela provvedete immediatamente a stipulare  un’assicurazione contro gli atti vandalici. In giro è pieno di cretini che si divertono a tagliarle. Ne sa qualcosa la mia ex Saab 93 Cabrio.
10.  Quando siete praticamente convinti sull’acquisto provate a controllare su internet nei siti specializzati in vendita auto usate (es. autoscout24.it) a che prezzo vengono vendute le stesse macchine con stesso motore e stesso anno di immatricolazione di quella che volete acquistare. Se i prezzi sono molto diversi, allora c’è puzza di bruciato…..
11.  Se avete un meccanico di fiducia chiedetegli di accompagnarvi per controllare che tutta la meccanica sia in ordine. Se non lo avete  chiedete a un famigliare o amico con un po’ di esperienza di accompagnarvi. In due è meglio che da soli.
12.   Soprattutto se acquistate da un privato controllate che tutti i documenti della macchina siano in regola, che i bolli siano stati pagati, che le revisioni siano state effettuate regolarmente. Per maggiore sicurezza è possibile richiedere una visura al Pubblico Registro Automobilistico (PRA) per controllare che sulla macchina non gravino ipoteche o che la stessa non sia sottoposta a fermo amministrativo. Al giorno d’oggi è pieno di furbetti al mondo…..
13.  Non comprate nessuna macchina se non vi viene data la possibilità di provarla prima dell’acquisto. Innanzitutto perché solo alla guida potreste rendervi conto che non vi trovate bene su quella macchina e poi anche perché se non vogliono farvela provare potrebbe  esserci qualcosa da tenere nascosto.
14.  Ultimo consiglio: abbiate pazienza e non comprate la prima macchina che vi capita solo perché risponde ai parametri di budget che vi siete dati. Girate, provate, confrontate e sicuramente  con un po’ di calma e pazienza troverete sicuramente qualcosa che farà al caso vostro. Acquistare una macchina è sempre un passo importante perché sarà la vostra compagna di viaggio probabilmente per diversi anni e quindi ricordate che se una macchina non vi piace NON compratela perché non c’è niente di peggio che comprare un’auto che non vi piace.

  

lunedì 7 novembre 2011

Spot della domenica: Citroen Bx (anche se in ritardo)

Questa settimana ho deciso di ricordare lo spot che promuoveva la Citroen Bx. Da bambino amavo tantissimo quella macchina e soprattutto mi faceva impazzire vedere quando si "alzava ed abbassva". Un nostro amico di famiglia ne aveva una e per me era davvero una festa quando andavamo a trovarlo perchè sempre ed immancabilmente mi faceva salire sopra la sua Bx Leader grigia  e......azionava la giostra!!!!!
Credo che il sistema delle sospensioni idropneumatiche dalla Citroen sia una di quelle invenzioni che rimaranno per sempre nella storia dell'automobile.....
La Citroen Bx rimase in commercio in Italia dal 1982 fino al 1994 quando fu sostituita dalla Xantia e prevedeva anche la versione Station Wagon (la Break).
Lo slogan? "Chilometri sì, meccanici no." o anche "Facile da amare"


Gomme invernali. Solo questione di buon senso?

Lo dico fin da subito: chi come me abita in zone montuose (io abito a Cuneo) dovrebbe avere il buon senso di montare con l’arrivo dell’autunno le gomme invernali sulla propria macchina. Senza aspettare che questa o quella Istituzione emani un’ordinanza in tal senso.
In effetti con l’arrivo di novembre, da sempre, porto la macchina dal gommista ed effettuo il pit-stop sostituendo i copertoni estivi con quelli invernali per il semplice fatto che durante le nevicate o in caso di strada ghiacciata voglio essere sicuro di potermi muovere con una certa qual disinvoltura. Anche mia moglie, che arriva dal mare ha capito l’importanza delle gomme termiche e mia cognata che ha “ereditato” la macchina della sorella, quando d’inverno succede che a Fano (PU) cade qualche millimetro di neve e tutti gli altri sono fermi, incolonnati, bloccati dal manto nevoso, può scorazzare liberamente per le vie della città perché la “Poderosa” (la Opel Corsa di mia moglie) con le gomme da neve va quasi dappertutto. Come la Panda.
Ci sono anche perrsone che per essere certe le gomme invernali non le sostiuiscono mai, neanche in pieno agosto, ma sono, per fortuna, casi isolati (vero Lucia???).
E per essere sincero fino in fondo, non sopporto coloro che si mettono in strada durante le nevicate senza essere provvisti di catene o gomme invernali e così, oltre a creare notevoli disagi e difficoltà alla circolazione, sono  causa di incidenti più o meno gravi. Se abiti in Sicilia le gomme non le cambi con l’arrivo dell’inverno, ma se abiti dove le caprette ti fanno “ciao”, allora il fatto di montare copertoni invernali alla macchina dovrebbe -  e sottolineo dovrebbe -  essere soltanto questione di buon senso.
Purtroppo però  dato che il buon senso invece non viene elargito tutto allo stesso modo, i questi ultimi anni i Sindaci di vari Comuni, soprattutto del Nord Italia emanano delle ordinanze che obbligano l’utilizzo di gomme invernali durante i mesi più freddi dell’anno. Anche in questi casi però si tratta di ordinanze che variano da Comune a Comune e quindi può succedere il caso di essere obbligati a montare i copertoni invernali in un Comune e non avere nessun obbligo nel comune attiguo. Così, tanto per creare un po’ di confusione.
 La provincia di Cuneo, alla fine del mese di ottobre ha emesso un’ordinanza che obbliga l’utilizzo delle gomme invernali o catene da neve sulle strade provinciali. Ma solo durante le nevicate. Il che, se da una parte, quasi ti obbliga a montare i copertoni invernali se vuoi circolare, dall’altra ti permette di circolare con le gomme estive in caso di strada ghiacciata, ma senza una nevicata in corso. In sostanza un’ordinanza da  Oscar del Legislatore.
È vero che le gomme invernali durante forti nevicate magari non ti risolvono la vita, ma sicuramente possono  cercare di aiutarti a gestire meglio la difficoltà della guida amentando le condizioni di sicurezza di chi guida e di chi gli sta intorno.
Con buona pace del buon senso.

martedì 1 novembre 2011

Dedicato alla mia Martini Racing

Niente articolo sulle macchine. Oggi niente "automobilista qualunque". Oggi solo ciclista arrabbiato e amareggiato.
Ieri, tornando a casa non ho più trovato la mia Bianchi Martini Racing, la mountain bike che dieci anni fa avevo comprato dopo aver lavorato per un anno consegnando fiori per conto di una fioraia. Un ladro se l'è portata via. Mi ha lasciato il catenaccio tagliato.
L'avevo desiderata tanto, mi piaceva da morire e me l'ero conquistata facendo sacrifici e oggi che qualcuno se ne è appropriato mi sento davvero amareggiato e deluso.
Il video che segue è dedicato alla mia amatissima bicicletta, che rimarrà per sempre mia anche se solo più nel mio cuore. Ogni augurio al ladro è invece scontato, ma sentito dal più profondo dell'anima.




martedì 25 ottobre 2011

Noi gente testarda e paziente. E la Cuneo-Asti

Diciamola tutta: siamo in trepidante attesa. In verità, siamo in trepidante attesa da anni. O forse più giustamente siamo in trepidante attesa da decenni. D'altro canto, noi uomini di mondo, come Totò definiva i cuneesi, siamo gente un po' testarda e soprattutto molto, ma molto paziente. Attendiamo fiduciosi da anni, decenni ormai e noi, persone dall'animo sabaudo, sappiamo che prima o poi la nostra attesa verrà premiata, che vedremo la luce alla fine del tunnel. Luce che, a dirla proprio tutta, iniziamo finalmente a scorgere in lontananza.
Lei, la famigerata Lei, é l'autostrada che dovrebbe finalmente collegare Cuneo con Asti e così di riflesso Cuneo con il resto d'Italia. Si parla, si discute, si immagina questa tratta autostradale dagli anni 70, ma la si sta costruendo solo da una decina, quando finalmente tutti si sono messi d'accordo. E dato che noi savoiardi le cose le facciamo per bene in questi dieci anni abbiamo terminato circa una trentina di chilometri. Sui novanta previsti. In realtà così bene i lavori non sono stati fatti visto che alcuni tratti sono stati sequestrati dalle Procure per l'utilizzo di asfalto scadente e altre varie amenità del genere. Ma noi, testardi e pazienti, continuiamo ad attendere il nostro tanto agognato collegamento con il resto del mondo.
Oggi infatti, la strada per raggiungere Asti è la vecchia, cara e soprattutto trafficatissima statale che da Cuneo, raggiunge Fossano, Cervere, Roreto di Cherasco, Pollenzo, Alba e poi, se non si é ancora stati ricoverati in crisi di nervi, finalmente Asti, dove si aprono le porte del Paradiso. Ma prima di arrivare ad Asti Est, si è percorso tutto l'inferno e ogni peccato è stato espiato. Macchine, furgoni, camion, pullman ruspe, trattori con l'immancabile "tamagnun",carri bestiame, cavalli con calesse, sulla strada per Asti si può incontrare ogni sorta di mezzo di trasporto e ogni incontro si traduce immancabilmente e inevitabilmente in un rallentamento. A ciò si aggiunge l'attraversamento obbligato di qualsiasi paese, frazione, borgata con il limite di velocità che scende immancabilmente ai 50 Km/h. Quando va bene. Insomma per raggiungere Asti, in condizioni ottimali (cioè verso le 2 della mattina), si impiega minimo un'ora e un quarto. Il tempo che si impiega invece durante il giorno non lo si può scrivere per evitare a chi scrive un attacco di panico improvviso e devastante.
Ed è proprio per questo che noi, gente di Cuneo, testardi e pazienti, attendiamo ormai da decenni,con trepidante attesa, l'apertura della A33, ossia l'autostrada Cuneo-Asti.
A dire il vero da alcuni anni, per far vedere che noi piemontesi siamo gente operosa, sono stati già aperti alcuni tratti della futura autostrada: circa 30 km spezzati in diversi monconi. Nel senso che non si fanno 30 km consecutivi di autostrada. E dato che sempre noi siamo persone che hanno a cuore i soldi dei cittadini, questi pochi chilometri li facciamo pagare. Prezzo fisso, ma si paga. Mica come quei furbacchioni del Sud che la Salerno-Reggio Calabria non la pagano perché non é terminata. A pensarci bene ci arrabbiamo sempre con loro perché quell'autostrada non la finiscono mai, ma se noi per costruire 90 km ci abbiamo messo 30 anni, loro per farne 400 di chilometri avranno pure il diritto di impiegarci minimo 150 anni. O no?
Come dicevo, il nostro pezzettino (ino ino) lo facciamo pagare. E sempre per lo stesso motivo per cui ci stanno a cuore i soldi dei contribuenti lo facciamo pagare esattamente il doppio al chilometro di altri tratti della rete autostradale italiana. Per fare un esempio, il tratto che da Govone collega Isola d'Asti (quindi un moncherino della Cuneo-Asti) costa oggi ad una macchina € 2.10 che divisi per i chilometri di percorrenza, circa 19, fa circa € 0.10 al chilometro. Per percorrere invece il tratto che collega Asti Est a Fano, nelle Marche, si pagano € 28.10 che divisi per i 470 chilometri, fanno € 0.5 al chilometro. Se a questo si aggiunge che buona parte di strada da Asti verso Fano si percorre su tre o quattro corsie, mentre la nostra Cuneo-Asti sarà comunque un'autostrada a due corsie allora sono proprio stupidi quelli là che si fanno pagare così poco.... O siamo noi ad essere un po' disonesti a far pagare così cara un'autostrada che, nella sostanza, ancora non c'è.
Intanto, noi, gente testarda e paziente, continuiamo la nostra trepidante attesa nella speranza di vedere ultimata prima o poi quella che considereremo l'ottava meraviglia del mondo.Alla faccia di quelli che ci chiamano "bugia nen".

domenica 23 ottobre 2011

Spot della domenica: Lancia Thema

Questa settimana avevo deciso per lo spot della domenica di andare a dare un'occhiata a cosa succedeva in casa Citroen all'inizio degli anni '90, ma ieri sera durante un dopocena con i miei più cari amici, Gabriele e Luca, abbiamo ricordato - tra le tante - la Lancia Thema 2.0 Turbo 16V del padre di Gabriele proprio dei primi anni '90. Ed ecco che allora mi pare giusto riproporre lo spot che andava in onda nel 1991.
Lo slogan? - " Bello sceglierla. Bello restarle fedele".

ps. Proprio in questi giorni Lancia sta presentando sul mercato la nuova Thema e presto dovrebbe arrivare in tv lo spot promozionale.



sabato 15 ottobre 2011

FIAT - Fabbrica Italia(na Automobili Torino)

Per anni migliaia di famiglie italiane si sono sfamate grazie a lei. Torino é diventata grazie a lei la città del Nord con il maggior numero di abitanti provenienti dal Sud Italia e questo spiega anche il motivo per cui certi partiti politici proprio nella capitale sabauda  non riescono a prendere il sopravvento. Lo stato italiano, conscio della sua importanza a diverse riprese ha messo mano al portafoglio per superare le crisi che di volta in volta si affacciavano all' orizzonte. Tutti, quando parliamo di lei, nel bene o nel male, pensiamo a quanto la sua storia sia stata legata ad una famiglia in particolare che è stata il simbolo per eccellenza dell'alta borghesia italiana e ha dettato legge anche in fatto di costume e società. Sto parlando chiaramente della FIAT la Fabbrica Italiana Automobili Torino e della famiglia Agnelli.
In realtà in questi ultimi anni, da quando cioè ne é diventato Amministratore Delegato Sergio Marchionne, la Fiat che abbiamo sempre conosciuto sta cambiando faccia e le polemiche, le critiche e gli scontri si susseguono giorno dopo giorno. Ultima notizia in ordine di tempo é l'uscita di Fiat da Confindustria e certamente questa é una notizia eccezionale per la sua portata. Pensare infatti che la più grande azienda italiana esca dal suo ente rappresentante non é certo cosa che possa passare sotto silenzio. In più quella che noi abbiamo sempre chiamato Fiat, da un po' di tempo sta lasciando il posto alla denominazione FABBRICA ITALIA.
Per capire peró quello che sta succedendo oggi bisogna secondo me conoscere quello che é successo ieri. Solo così forse si potrà comprendere meglio ciò che potrebbe succedere domani.Ed ecco che allora voglio ripercorrere velocemente le tappe della storia che hanno visto la nascita, l'evoluzione, l'espansione, il successo, la crisi, il declino e la rinascita di questa grande azienda a cui tutti, volente o nolente (gli aiuti dello Stato sono stati dati con soldi di tutti i contribuenti) siamo indissolubilmente legati.
Tutto ebbe inizio nel 1899 quanto alcuni aristocratici, possidenti,imprenditori e professionisti torinesi decisero di ampliare l'esperienza della ditta Ceirano che si occupava di costruire automobili in maniera artigianale  portandola a livello industriale. Paradossalmente all'inizio la famiglia Agnelli non faceva parte  delle persone che diedero vita all'idea, ma subentró solo il giorno prima della firma dell'atto costitutivo  quando Michele Lanza si tiró indietro considerando l'impresa troppo rischiosa. Il progetto era supportato finanziariamente dal Banco di Sconto e Sete. La FIAT nacque così ufficialmente l'11 luglio del 1899.
Il primo modello prodotto fu la 3 1/2hp, costruita sulla base della Welleyes della Ceirano che fu nel frattempo comprata dalla Fiat. Nel 1899 ne furono prodotti 8 esemplari.
Nel 1916 iniziarono i lavori per la costruzione del grande complesso industriale del LINGOTTO a Torino che entró ufficialmente in funzione nel 1923.
Nel frattempo in quegli anni si susseguirono diversi passaggi di proprietà e cessioni azionarie finchè quasi tutte le quote furono acquisite da Giovanni Agnelli che diventó anche Senatore del Regno sotto il regime fascista.  Proprio Giovanni Agnelli restó in carica fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale quando si temette anche per il destino della Fiat proprio a causa della sua compromissione con il regime fascista.  C'é da dire in verità che la casa torinese fu una delle poche fabbriche che si salvó dalla disfatta della guerra e che anzi continuó a produrre durante tutta la durata del conflitto. Il vecchio senatore Agnelli  non aveva figli maschi a cui lasciare l'azienda in quanto suo figlio Edoardo morí durante un incidente aereo. La guida di Fiat passó dunque nelle mani dell'ingegner Valletta che fu uomo di spiccate capacità riuscendo a risollevare la Fiat dopo la guerra e rendendola protagonista negli anni del boom economico. Si occupó tra l'altro anche della formazione del giovane rampollo di casa Agnelli che avrebbe, una volta cresciuto, preso in mano la casa automobilistica torinese: quel Giovanni Agnelli che tutti noi abbiamo "conosciuto" e ricordiamo. Gianni Agnelli divenne presidente della Fiat nel 1966 e mantenne la carica fino al 1996, quando raggiunta l'età di 75 anni dovette dimettersi come stabilisce lo Statuto di Fiat. La Presidenza passo quindi all'ex amministratore delegato Cesare Romiti, poi a Paolo Fresco e quindi nel 2003 in piena crisi della Fiat ad Umberto Agnelli chei peró morì l'anno successivo. Fu quindi la volta di Luca Cordero di Montezemolo e oggi la Presidenza del Gruppo Fiat é affidata a John Elkann, nipote di Gianni Agnelli.   Dal 2004 invece, l'amministratore delegato del gruppo é l'ormai famosissimo Sergio Marchionne che sta, giusto o non giusto che sia, rivoluzionando il concetto stesso di Fiat.
Oggi Fiat Group é un colosso industriale e finanziario che vede occupate oltre 220.000 persone sparse nelle fabbriche che sono state costruite in tutto il mondo, dal Brasile alla Polonia, dalla Serbia alla Turchia... ( in totale sono 61 i paesi in cui Fiat è presente con le proprie fabbriche). In Italia gli stabilimenti Fiat sono quelli di Mirafiori a Torino ( da anni il Lingotto é stato dismesso), di Pomigliano D'Arco in Campania, di Termini Imerese in Sicilia (prossimo alla chiusura),di Menfi in Basilicata  e di Cassino nel Lazio.

2° PUNTATA

Nel 2004 Fiat era sull'orlo del fallimento (lo Stato diede vita ad un importante operazione di "rottamazione" per aiutare il gruppo torinese) e l'arrivo di Sergio Marchionne alla guida del gruppo fu vista dai più come presagio di chiusura delle attività, ma la storia recente ha insegnato che l'uomo del maglioncino aveva ben altri e più ambiziosi progetti.
Nel 2005 Fiat chiude il rapporto fllimentare con General Motors e inizia ad interessarsi all'evoluzione del caso Chrysler in America. Infatti anche il marchio americano era in  profonda crisi economica e non sembrava esserci nessuno interessato al suo salvataggio. Fiat decide quindi di acquisire inizialmente il 20% della casa d'oltreoceano e ottiene dal governo americano un prestito di decine di milioni di dollari per dare vita al rilancio.
L'operazione oggi è decisamente riuscita e Fiat, dopo aver risanato Chrysler e aver restituito il prestito è diventata proprietaria di Chrysler al 52% e a breve dovrebbe avvenire la fusione delle due case automobilistiche.
In particolare la nuova rete commerciale prevede che in Europa la rete di vendita Chrysler sia sostituita dal marchio Lancia, che venderà sul mercato europeo  modelli che rimangono Chrysler in America. L'unica eccezione è rappresentata dal Regno Unito dove il marchio Lancia ha una pessima nomea e quindi i modelli verranno venduti con lo stemma Chrysler. Il marchio Jeep verrà invece venduto in Europa mantenendo il simbolo, ma attraverso la rete distributiva  Lancia. Nei progetti le future Jeep siano costruite nello stabilimento torinese di Mirafiori. L'accordo con Chrysler prevede anche che Alfa Romeo possa tornare sul mercato americano (abbandonato negli anni '90) attraverso la rete distributiva Chrysler.
 Al momento, secondo il sottoscritto,  non si riesce ancora  capire la bontà di questo progetto messo in moto dal gruppo torinese, ma quello che è certo è che l'Amministratore Delegato di Fiat in Italia non è molto amato soprattutto dal Sindacato dei metalmeccanici a cui ha chiesto di stravolgere i contratti di lavoro esistenti da anni, mentre in America è visto quasi come un Salvatore e addirittura il Presidente Obama si è complimentato con lui  per il lavoro svolto e i risultati ottenuti.
Insomma, per finire con una frase fatta: "chi vivrà, vedrà".


Giovanni Agnelli Senior


Giovanni Agnelli


Vittorio Valletta


Sergio Marchionne


Atto Costitutivo Fiat (1899)


Evoluzione del logo Fiat


La fabbrica del Lingotto a Torino

domenica 9 ottobre 2011

Spot della domenica: Autobianchi Y10

Questa settimana per lo spot della domenica ho scelto quello indimenticabile sulla Autobianchi Y10 che aveva per protagonista Rud Gullit.
Lo Slogan? "PIACE ALLA GENTE CHE PIACE"

Pronti? Sprinter? Via!

Come detto, da due settimane a questa parte non sono più riuscito a scrivere articoli in quanto mi sono occupato di predisporre il trasloco di casa da Verbania a Cuneo. Con mia moglie ci siamo informati circa la possibilità di chiamare un traslocatore di professione, ma una volta “scoperti” i preventivi abbiamo deciso di fare tutto da noi.
Parte delle masserizie hanno viaggiato sul “Pulmino delle Suore” (Santo subito), e sulla Volvo, ma per le cose più grandi abbiamo dovuto cercare un furgone a noleggio.
Mi sono informato in giro e ho chiesto preventivi a destra e a manca, ma anche questa volta la scelta è caduta su una ditta di Cuneo, specializzata in noleggi Bus Gran Turismo  che da sempre mi ha proposto i prezzi migliori, garantendo una elevata qualità del servizio: Eurobus Cuneo.Ci tengo a precisare che la mia non vuole essere una pubblicità fine a se stessa, quanto piuttosto  credo sia giusto nominare quelle imprese che lavorano con professionalità, cortesia e affidabilità, garantendo al cliente un elevato standard qualitativo.
Con mia moglie abbiamo optato per un Mercedes Sprinter a passo lungo e tetto alto, così per essere sicuri di farci stare tutto. Quando lo abbiamo ritirato, più che un furgone sembrava un treno vista la sua lunghezza e la cosa mi ha un po’ spaventato perché già immaginavo le manovre che avrei dovuto fare per raggiungere la casa di Verbania. In realtà appena mi sono messo al volante mi sono sentito subito a mio agio. Il nuovo Mercedes Sprinter (quello che ho guidato è del 2008) è un furgone tanto immenso quanto facile da guidare. Come tutti i Mercedes lo sterzo è strepitoso (mi ricordo ancora quello del mio CLK che non ha al momento eguali) e ti permette manovre incredibili anche in spazi ristretti. Alla guida non manca proprio niente, dall’aria condizionata alle sei marce, dal cruise control (veramente fantastico in autostrada) agli specchietti elettrici. Le marce sono a dire il vero un po’ corte, ma ti permettono di viaggiare in quarta ai 40 Km/h. In più i sensori di parcheggio aiutano notevolmente nelle manovre.  
In realtà nel giro di pochi anni si sono fatti passi da gigante anche nel campo dei furgoni: ricordo ancora il Fiat Ducato di fine anni 90 che era ancora esclusivamente un mezzo di lavoro o il Ford Transit di cui tutto si poteva dire tranne che fosse comodo e facile da guidare. I furgoni di oggi sono mezzi da lavoro, ma con il confort quasi di una macchina.
Il mio Mercedes Sprinter era mosso da un motore 3.0 di cilindrata e in autostrada ha retto tranquillamente una velocità di crociera di 130 Km/h. Certamente i consumi sono quelli che sono visto che per 525 chilometri percorsi ho dovuto rifornirlo di circa 70 litri di gasolio, ma certamente la sua stazza e il carico hanno decisamente influito.


Per maggiori informazioni:

Eurobus Cuneo
http://www.eurobus-cuneo.eu/



domenica 25 settembre 2011

Spot della domenica: Fiat Panda

Questa settimana niente articolo. Io e mia moglie stiamo organizzando non uno,ma due traslochi e quindi per il prossimo "pezzo" ci risentiamo ad inizio ottobre.
Ho comunque scelto lo spot della domenica e ho deciso di dedicarlo alla Fiat Panda che è stata ed è un pezzo di storia dell'automobilismo italiano.
"Panda. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarla". Ancora ricordo lo slogan dello spot che qui ripropongo.
Arrivederci a presto.

domenica 18 settembre 2011

Spot della domenica: Fiat Duna e Alfa Romeo Arna

Per lo spot della domenica, questa settimana non posso non riproporre i due che promuovevano la Fiat Duna e l'Alfa Romeo Arna. Trovo incredibile come a due macchine così brutte corrispondano due spot altrettanto brutti (anche se esilaranti).