sabato 15 ottobre 2011

FIAT - Fabbrica Italia(na Automobili Torino)

Per anni migliaia di famiglie italiane si sono sfamate grazie a lei. Torino é diventata grazie a lei la città del Nord con il maggior numero di abitanti provenienti dal Sud Italia e questo spiega anche il motivo per cui certi partiti politici proprio nella capitale sabauda  non riescono a prendere il sopravvento. Lo stato italiano, conscio della sua importanza a diverse riprese ha messo mano al portafoglio per superare le crisi che di volta in volta si affacciavano all' orizzonte. Tutti, quando parliamo di lei, nel bene o nel male, pensiamo a quanto la sua storia sia stata legata ad una famiglia in particolare che è stata il simbolo per eccellenza dell'alta borghesia italiana e ha dettato legge anche in fatto di costume e società. Sto parlando chiaramente della FIAT la Fabbrica Italiana Automobili Torino e della famiglia Agnelli.
In realtà in questi ultimi anni, da quando cioè ne é diventato Amministratore Delegato Sergio Marchionne, la Fiat che abbiamo sempre conosciuto sta cambiando faccia e le polemiche, le critiche e gli scontri si susseguono giorno dopo giorno. Ultima notizia in ordine di tempo é l'uscita di Fiat da Confindustria e certamente questa é una notizia eccezionale per la sua portata. Pensare infatti che la più grande azienda italiana esca dal suo ente rappresentante non é certo cosa che possa passare sotto silenzio. In più quella che noi abbiamo sempre chiamato Fiat, da un po' di tempo sta lasciando il posto alla denominazione FABBRICA ITALIA.
Per capire peró quello che sta succedendo oggi bisogna secondo me conoscere quello che é successo ieri. Solo così forse si potrà comprendere meglio ciò che potrebbe succedere domani.Ed ecco che allora voglio ripercorrere velocemente le tappe della storia che hanno visto la nascita, l'evoluzione, l'espansione, il successo, la crisi, il declino e la rinascita di questa grande azienda a cui tutti, volente o nolente (gli aiuti dello Stato sono stati dati con soldi di tutti i contribuenti) siamo indissolubilmente legati.
Tutto ebbe inizio nel 1899 quanto alcuni aristocratici, possidenti,imprenditori e professionisti torinesi decisero di ampliare l'esperienza della ditta Ceirano che si occupava di costruire automobili in maniera artigianale  portandola a livello industriale. Paradossalmente all'inizio la famiglia Agnelli non faceva parte  delle persone che diedero vita all'idea, ma subentró solo il giorno prima della firma dell'atto costitutivo  quando Michele Lanza si tiró indietro considerando l'impresa troppo rischiosa. Il progetto era supportato finanziariamente dal Banco di Sconto e Sete. La FIAT nacque così ufficialmente l'11 luglio del 1899.
Il primo modello prodotto fu la 3 1/2hp, costruita sulla base della Welleyes della Ceirano che fu nel frattempo comprata dalla Fiat. Nel 1899 ne furono prodotti 8 esemplari.
Nel 1916 iniziarono i lavori per la costruzione del grande complesso industriale del LINGOTTO a Torino che entró ufficialmente in funzione nel 1923.
Nel frattempo in quegli anni si susseguirono diversi passaggi di proprietà e cessioni azionarie finchè quasi tutte le quote furono acquisite da Giovanni Agnelli che diventó anche Senatore del Regno sotto il regime fascista.  Proprio Giovanni Agnelli restó in carica fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale quando si temette anche per il destino della Fiat proprio a causa della sua compromissione con il regime fascista.  C'é da dire in verità che la casa torinese fu una delle poche fabbriche che si salvó dalla disfatta della guerra e che anzi continuó a produrre durante tutta la durata del conflitto. Il vecchio senatore Agnelli  non aveva figli maschi a cui lasciare l'azienda in quanto suo figlio Edoardo morí durante un incidente aereo. La guida di Fiat passó dunque nelle mani dell'ingegner Valletta che fu uomo di spiccate capacità riuscendo a risollevare la Fiat dopo la guerra e rendendola protagonista negli anni del boom economico. Si occupó tra l'altro anche della formazione del giovane rampollo di casa Agnelli che avrebbe, una volta cresciuto, preso in mano la casa automobilistica torinese: quel Giovanni Agnelli che tutti noi abbiamo "conosciuto" e ricordiamo. Gianni Agnelli divenne presidente della Fiat nel 1966 e mantenne la carica fino al 1996, quando raggiunta l'età di 75 anni dovette dimettersi come stabilisce lo Statuto di Fiat. La Presidenza passo quindi all'ex amministratore delegato Cesare Romiti, poi a Paolo Fresco e quindi nel 2003 in piena crisi della Fiat ad Umberto Agnelli chei peró morì l'anno successivo. Fu quindi la volta di Luca Cordero di Montezemolo e oggi la Presidenza del Gruppo Fiat é affidata a John Elkann, nipote di Gianni Agnelli.   Dal 2004 invece, l'amministratore delegato del gruppo é l'ormai famosissimo Sergio Marchionne che sta, giusto o non giusto che sia, rivoluzionando il concetto stesso di Fiat.
Oggi Fiat Group é un colosso industriale e finanziario che vede occupate oltre 220.000 persone sparse nelle fabbriche che sono state costruite in tutto il mondo, dal Brasile alla Polonia, dalla Serbia alla Turchia... ( in totale sono 61 i paesi in cui Fiat è presente con le proprie fabbriche). In Italia gli stabilimenti Fiat sono quelli di Mirafiori a Torino ( da anni il Lingotto é stato dismesso), di Pomigliano D'Arco in Campania, di Termini Imerese in Sicilia (prossimo alla chiusura),di Menfi in Basilicata  e di Cassino nel Lazio.

2° PUNTATA

Nel 2004 Fiat era sull'orlo del fallimento (lo Stato diede vita ad un importante operazione di "rottamazione" per aiutare il gruppo torinese) e l'arrivo di Sergio Marchionne alla guida del gruppo fu vista dai più come presagio di chiusura delle attività, ma la storia recente ha insegnato che l'uomo del maglioncino aveva ben altri e più ambiziosi progetti.
Nel 2005 Fiat chiude il rapporto fllimentare con General Motors e inizia ad interessarsi all'evoluzione del caso Chrysler in America. Infatti anche il marchio americano era in  profonda crisi economica e non sembrava esserci nessuno interessato al suo salvataggio. Fiat decide quindi di acquisire inizialmente il 20% della casa d'oltreoceano e ottiene dal governo americano un prestito di decine di milioni di dollari per dare vita al rilancio.
L'operazione oggi è decisamente riuscita e Fiat, dopo aver risanato Chrysler e aver restituito il prestito è diventata proprietaria di Chrysler al 52% e a breve dovrebbe avvenire la fusione delle due case automobilistiche.
In particolare la nuova rete commerciale prevede che in Europa la rete di vendita Chrysler sia sostituita dal marchio Lancia, che venderà sul mercato europeo  modelli che rimangono Chrysler in America. L'unica eccezione è rappresentata dal Regno Unito dove il marchio Lancia ha una pessima nomea e quindi i modelli verranno venduti con lo stemma Chrysler. Il marchio Jeep verrà invece venduto in Europa mantenendo il simbolo, ma attraverso la rete distributiva  Lancia. Nei progetti le future Jeep siano costruite nello stabilimento torinese di Mirafiori. L'accordo con Chrysler prevede anche che Alfa Romeo possa tornare sul mercato americano (abbandonato negli anni '90) attraverso la rete distributiva Chrysler.
 Al momento, secondo il sottoscritto,  non si riesce ancora  capire la bontà di questo progetto messo in moto dal gruppo torinese, ma quello che è certo è che l'Amministratore Delegato di Fiat in Italia non è molto amato soprattutto dal Sindacato dei metalmeccanici a cui ha chiesto di stravolgere i contratti di lavoro esistenti da anni, mentre in America è visto quasi come un Salvatore e addirittura il Presidente Obama si è complimentato con lui  per il lavoro svolto e i risultati ottenuti.
Insomma, per finire con una frase fatta: "chi vivrà, vedrà".


Giovanni Agnelli Senior


Giovanni Agnelli


Vittorio Valletta


Sergio Marchionne


Atto Costitutivo Fiat (1899)


Evoluzione del logo Fiat


La fabbrica del Lingotto a Torino

Nessun commento:

Posta un commento