Danilo Paparelli, noto vignettista cuneese, mi ha inviato una caricatura dedicata proprio all'Amministratore Delegato di Fiat e al progetto di Fabbrica Italia.
Ancora grazie a Danilo e complimenti di cuore per l'originalità, l'ironia e l'arguzia delle sue splendide vignette.
Eccola:
Vignetta di Danilo Paparelli- pubblicata su BraOggi
Poi, come spesso accade, altre notizie hanno preso il sopravvento e così ho deciso di rinviare il mio articolo e scrivere alcune riflessioni su un argomento che in questi giorni mi ha fatto molto pensare.
La scorsa settimana infatti l'Amministratore Delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, nel presentare le nuove strategie del gruppo anche in considerazione della grave crisi che sta colpendo il settore auto, ha ufficialmente celebrato il funerale del marchio LANCIA.
In realtà il De Profundis di Lancia è la naturale conseguenza di una politica scellerata perpetrata dal gruppo Fiat nei confronti del marchio da almeno 15 anni a questa parte. Non stupisce infatti che Marchionne abbia detto la parola fine al marchio Lancia se si considerano sia le auto prodotte negli anni passati (Kappa e Thesis soprattutto), sia quelle di nuova produzione che sono a immagine e somiglianza di alcuni modelli Crysler (vedi nuova Thema, nuovo Voyager, nuova Flavia).
Insomma la fine del marchio Lancia era un po' come il segreto di Pulcinella: solo uno stolto poteva pensare che la casa di Torino volesse ancora puntare su un marchio come Lancia visto che da anni, a parte la Ypsilon e la Musa, ha proposto al mercato diverse e inqualificabili brutture.
Marchionne ha dichiarato che il marchio Lancia al momento continuerà a vivere per commercializzare in Europa alcuni modelli Crysler come il Voyager, la Flavia e la Thema. Ecco, almeno questo ultimo affronto poteva evitarselo.
Non voglio neanche commentare la vergognosa affermazione con la quale sempre Marchionne ha giustificato la scelta di decretare la fine di Lancia secondo cui lo storico marchio non avrebbe più "appeal", ma al contrario mi piace ricordare alcuni modelli che hanno fatto DAVVERO la storia dell'automobilismo italiano a partire dalla Flavia, passando per la Thema, senza dimenticare la Delta HF Evoluzione Integrale o ancora la Beta e la Lancia Montecarlo.....
Addio Lancia, la tua è stata una storia di prestigio; la tua fine invece una vergogna!
Lo devo ammettere: negli ultimi anni non è stata tra le mie preferite! Però, come si conviene ad una personalità di spicco, le ho sempre portato grande rispetto. Diciamo che negli ultimi anni non ne ho condiviso pienamente le idee, ma ho mantenuto quella sana riverenza nei confronti di chi detta le linee del mercato da ormai oltre trent’anni. In effetti, come si sarà capito, non sto parlando di una persona, bensì, di una macchina, anzi la macchina per antonomasia che in questi giorni si presenta al pubblico nella sua ormai settima serie: la Volkswagen Golf.! Sì, la Golf è arrivata alla sua settima serie e certamente sono convinto non sarà l’ultima.
La Golf I serie
La storia della Volkswagen Golf inizia nell’ormai lontanissimo 1974 e da subito diventa un po’ il simbolo del marchio tedesco, venduta in tutto il mondo anche se con nomi diversi e in alcuni casi anche un po’ ridicoli come “Rabbit” nel mercato nordamericano o “Caribe” in quello sudamericano.Come detto tutto ebbe inizio nel 1974 quando a causa di alcuni modelli sbagliati la Volkswagen si trovava quasi sul lastrico. Fu allora che per cercare di rimpiazzare l’ormai mitico Maggiolino venne chiamato Giorgetto Giugiaro a progettare la nuova macchina e narra la leggenda che la Golf nacque su ispirazione della Fiat 128. Da quel lontano 1974 la Golf è stata venduta in oltre 29 milioni di pezzi (fonte aggiornata al 4 settembre 2012): un record!
La Bora
E' stata prodotta sin da subito anche in versione Cabrio oltre che in versione 3 volumi che negli anni ha cambiato tre volte nome: Jetta, Vento e Bora. A dire il vero la Golf3 volumi (Jetta,Vento o Bora che si chiamasse) è sempre stata brutta e non ha mai riscosso successo di pubblico.
La Golf III serie
Con la terza serie (quella dal 1991 al 1997) la Golf è stata presentata al pubblico anche nella versione station wagon (Variant), ma anche in questo caso non ha mai incontrato un grande favore del pubblico per la concorrenza spietata della sorella maggiore Passat Variant .
Fin da subito inoltre inoltre è stata presente sul mercato con motori Diesel e fu uno dei primi modelli negli anni novanta a proporre il sistema START E STOP: premendo il pedale del freno nelle soste il motore si spegneva per poi riaccendersi rilasciando il pedale.
La Golf II serie GTI
Fin dall’inizio venne presentata al pubblico anche nella sua versione sportiva GTI che ebbe un grande successo.
La Golf Rallye G60 (1989)
Negli anni vennero presentate anche versioni speciali come la Rally Golf (1989), distinguibile della mascherina frontale con proiettori rettangolari spinta da un motore 4 cilindri 1800 sovralimentato che permetteva di raggiungere una potenza massima di 160Cv. La macchina voleva essere la diretta concorrente della Lancia Delta integrale e fu presentata al prezzo di 40 milioni delle vecchie lire. In realtà il successo non fu così eclatante, ma gli ancora pochi possessori di quella macchina hanno oggi tra le mani un vero e proprio pezzo da collezione.
La Golf Country (1990)
Nel 1990 venne presentata anche la Golf Country dotata di trazione integrale e assetto rialzato che ne facevano un vero e proprio fuoristrada. Anche in questo casonon ebbe successo e già nel 1991 fu ritirata dal mercato. Il sottoscritto non ne ha mai vista neanche una girare per le strade.
Della terza serie (1991/1997) si ricordano alcuni modelli speciali come la Golf Pink Floyd, la Golf Rolling Stones Edition o la Maastricht lanciata nel 1992 in occasione del famoso trattato europeo.
La Golf IV serie
La quarta serie (1997/2004) si distinse soprattutto per gli ottimi risultati commerciali della versione TDI proposta in varie motorizzazioni da 90,110,130,150 CV. Con questa serie purtroppo la versione GTI non fu più oggetto di particolari cure da parte dei tecnici di Wolfburg in quanto venne dotata di un motore 1.8 benzina dotato di un turbocompressore da 150 CV. già presente su altri modelli del marchio e quindi non studiato ad hoc.
Le ultime due serie (dal 2004), forse anche a causa di progetti troppo simili tra loro, non sono più riuscite a ripetere il successo delle precedenti, pur rimanendo la Golf una delle macchine più vendute sul mercato. La vera novità di queste ultime due serie è stata la Golf Plus che ha visto la golf rivisitata in chiave piccolo monovolume.
La Golf Plus
In questi giorni la Volkswagen ha lanciato sul mercato la sua settima serie della Golf e devo dire che dalle prime immagini che iniziano a circolare la nuova macchina sembra decisamente bella, con una linea accattivante e moderna che sicuramente riporterà di diritto la Golf nell’Olimpo degli Dei. Sulla sua affidabilità e resistenza oltre che sulle dotazioni tecnologiche di cui sarà equipaggiata invece non ci son dubbi in quanto da sempre Volkswagen è all’avanguardia della tecnica.
Parleremo sicuramente ancora della nuova Golf, quando qualcuna inizierà a circolare per strada, ma al momento mi sia permessa una piccola considerazione: qualche settimana fa l’Amministratore Delegato di Fiat Sergio Marchionne si è lamentato della concorrenza di Volkswagen sul mercato dell’auto e ciò ha scatenato un vero e proprio putiferio. Per quanto mi riguarda in un libero mercato ogni Azineda è libera di fare quello che vuole e i concorrenti, in questo caso Fiat, dovrebbero lavorare per offrire prodotti di qualità, affidabili e soprattutto seri. Ecco, in questo momento Fiat, con il suo amministratore delegato confermano che invece di lavorare sui progetti e sui prodotti ha ricominciato la vergognosa saga dell’elemosina per ricevere gli aiuti dallo Stato. Ecco innanzitutto Fiat oggi dovrebbe lavorare sulla SERIETA’!
Secondo voi perchè ho scelto lo spot anni novanta della Golf???
Perchè proprio in questi giorni è in uscita dal settima e dico settima serie di una delle berline più longeve al mondo e io sto preparando un articolo per ripercorrere la sua gloriosa storia.
Intanto buona visione con lo slogan: "Finche c'è qualcuno libero di scegliere, ci sarà sempre una GOLF"!
Ci sono padri tifosi sfegatati di questa o quella squadra di calcio e vestono i figli con la maglietta del cuore in modo tale che fin da subito sappiano perfettamente per quale squadra fare il tifo.....
Non è però il mio caso visto che faccio il tifo indifferentemente per il Bombonina Calcio, il Milan o il Napoli a seconda delle volte e dell'umore...
Non nascondo però che spero tanto che mio figlio si appassioni al mondo dei motori e delle macchine come me e il suo futuro padrino e così, grazie alla complicità di mia moglie, ecco che iniziamo a mandargli qualche messaggio subliminale.....
Proprio in questi giorni Volkswagen sta lanciando sul mercato la nuova e settima generazione della Golf e non è difficile immagine che anche in questo caso sarà un successo.
Sempre in questi giorni anche Fiat lancia sul mercato un nuovo modello il cui successo sarà invece tutto da valutare; si tratta della sorella maggiore della 500, o per meglio dire si tratta della 500 in versione large. Questa nuova macchina con moltissima fantasia è stata chiamata e verrà venduta con il nome di 500L e dovrebbe appunto essere la 500 per la famiglia.
Ho già scritto diversi mesi fa che l'attuale 500 è una delle mie macchine preferite (http://automobilistaqualunque.blogspot.it/2011/08/500-il-successo-di-casa-fiat-da-sempre.html), ma non posso dire altrettanto della 500L che a parte il frontale non condivide nessuna delle qualità di bellezza della sorella minore. In realtà sembrano figlie di genitori diversi.
La 500L è una macchina 5 porte, spaziosa e con tante soluzioni tecniche e tecnologiche che la fanno essere una macchina comunque interessante, ma proprio non può venire accostata alla 500 "normale" che in quanto a classe e bellezza si pone su tutto un altro pianeta.
Fiat avrebbe potuto chiamare questo nuovo modello che qualsiasi altro nome e invece ha aggiunto solo la lettera L che rende subito tutto più triste.
Se si fa caso la Golf è la sorella maggiore della Polo e la Passat la sorella maggiore della Golf oppure la serie 3 BMW e la sorella maggiore della Serie 1....insomma pur assomigliandosi tutte ognuna di loro ha un nome proprio che le contraddistingue. La 500L invece no! E' un po' come se io avessi chiamato mio figlio FrancescoL. Con la differenza che almeno mio figlio mi assomiglia!
Insomma, vedremo cosa succederà nei prossimi mesi; Fiat ha comunicato che la 500L verrà venduta con un prezzo a partire da € 14.900 e tra le caratteristiche della macchina segnala anche che vi è la possibilità di installare una macchinetta per il caffè.....andiamo bene.
ps. Non vorrei sembrare troppo pedante ma più che alla 500 normale la 500L assomiglia di più alla Mini Countryman.....non è che al centro Stile Fiat si sono sbagliati?????
Sono passati ormai diversi mesi dal mio ultimo post, ma il nuovo lavoro e soprattutto la nascita del mio primo figlio hanno fatto sì che lasciassi prima spazio a loro e tralasciassi un po' il blog. Credo comunque che i miei lettori vorranno scusarmi.
In questi mesi però queste pagine hanno continuato a ricevere numerose visite e gli articoli sul "California" e sulla "500" stanno avendo un successo incredibile. Per tutto questo ringrazio davvero di tutto cuore tutti coloro che un po' per caso e un po' per volontà sono passati a trovarmi sul blog.
Ora, per ricominciare ho deciso di salutarvi con una foto scattata questa mattina a Cuneo da mia moglie che ha immortalato un Citroen C2 davvero particolare......
Nelle scorse settimane ho pubblicato per lo spot della domenica quello che reclamizzava negli anni ’90 la Fiat Tempra e avevo scritto che vederne ancora qualcuna circolare sta diventando sempre più raro.
Ebbene, mi sono ricordato solo dopo che nello stesso cortile dove abito io esiste ancora un mio vicino che è uno storico detentore di una Tempra dei primi anni ’90. Il colore della macchina lascia parecchio a desiderare, ma quella vecchia Tempra gode ancora di buona salute probabilmente grazie alla cura maniacale del suo proprietario e i pochissimi chilometri che percorre visto che è quasi sempre parcheggiata.
Si è chiuso il Salone di Ginevra. Nei giorni di apertura del più famoso salone europeo dell’Auto abbiamo potuto vedere e ammirare le proposte delle case automobilistiche per quelli che saranno i mesi a venire.
In verità non posso certo dire di essere un appassionato di queste manifestazioni, perché come si sa il mio interesse è rivolto verso quelle auto che ogni giorno vediamo circolare sulle nostre strade.
Il salone dell’auto di Ginevra è però lo spunto di quest’articolo poichè in queste settimane molti pensieri automobilistici mi “frullano” per la testa e quindi ho deciso di esporre queste riflessioni un po’ come a Ginevra vengono esposti i nuovi modelli di auto.
Come detto si tratta soprattutto di riflessioni che sono per loro natura slegate l’una dall’altra e così le elencherò per punti:
·Alla fine di ottobre avevo scritto un post dedicandolo alla famigerata autostrada “Cuneo-Asti” e ai suoi biblici tempi di costruzione dicendo che noi cuneesi pazienti e testardi continuavamo ad aspettare il suo completamento. Ebbene, a distanza di pochi mesi, pur non potendo scrivere la parola fine a questa storia ormai quarantennale un altro piccolo tassello si è aggiunto affinchè finalmente anche Cuneo possa essere collegata con il resto del mondo: nelle scorse settimane, in pompa magna, è stato inaugurato un nuovo troncone della futura autostradae cioè quello che partendo da Cuneo si congiunge a Sant’Albano Stura. Ora anche Cuneo ha il suo casello autostradale! In realtà il nuovo moncone serve più che altro per collegare via autostrada Cuneo alla “Torino-Savona” raggiungendo quindi la Capitale piemontese nel giro di 45 minuti. Per la vera “Cuneo-Asti” manca ancora un lungo tratto da Cherasco verso Alba che, secondo le previsioni, dovrebbe essere terminato entro il 2016. Come ho detto è stata fatta un’inaugurazione con tutti i sacri crismi e con tutte le personalità politiche piemontesi che in questi decenni hanno seguito (e anche, mi si permetta, ritardato) l’esecuzione dei lavori. Peccato che dopo la prima settimana in cui molti miei concittadini hanno fatto la “gita” per provare la nuova autostrada, le presenze sul tratto Cuneo-Sant’Albano siano decisamente poche, visto anche il prezzo del pedaggio non esattamente conveniente (per usare un eufemismo!). Chissà se questo blog esisterà ancora quando tutta la Cuneo-Asti verrà finalmente terminata ed inaugurata????
·Ma quanto è bella? Secondo me è veramente bella! Seducente e accattivante! E lo è ancora di più se si considera che normalmente la sua casa produttrice non sia esattamente un mostro nel creare macchine affascinanti. Di chi sto parlando? Sto parlando di quella che secondo me è una delle novità più interessanti nel mondo dei motori degli ultimi mesi: la Range Rover Evoque. È veramente, veramente bella! Da sempre Range Rover ci ha abituato a grossi fuoristrada assomiglianti più a carri armati che ad autovetture, ma questa volta con la Evoque il salto di qualità dal punto di vista del design è proprio notevole. Ne ho già viste diverse girare per la strada e credo quindi che come me siano molti gli italiani che pensano la stessa cosa. Non comprerei mai il Range Rover classico, ma la Evoque sarebbe ai primi posti di una ipotetica lista della spesa.
·In uno dei primi post di questo blog avevo scritto che avevo molti dubbi sul successo della nuova operazione Lancia circa il debutto della nuova Thema e del Voyager. Che, se vi ricordate, sono la copia perfetta del Chrysler 300c e Voyager. Già allora avevo scritto che secondo me la nuova Thema non avrebbe incontrato il favore del pubblico data la sua linea decisamente poco “europea”. Bene, oggi dopo diversi mesi dal loro debutto, sono riuscito a scorgere un Voyager Lancia solo la scorsa settimana, mentre della nuova Thema al momento neanche l’ombra. Le possibilità sono due: o i tempi di consegna sono estremamente lunghi (e sarebbe comunque vergognoso) o i due nuovi modelli di casa Lancia proprio non piacciono al pubblico italiano. Io propendo decisamente per la seconda ipotesi e questo mi dispiace davvero molto soprattutto per la Thema il cui nome è stato veramente un simbolo dell’auto italiana per quasi vent’anni.
·Al Salone di Ginevra è stata presentata finalmente al pubblico anche la nuova Lancia Flavia che nasce, manco a dirlo, sulla scia della Chrysler 200c. LA Flavia sarà venduta solo nell’allestimento cabrio e non si può certo dire che si sia risparmiato sul lusso dei suoi interni e delle sue finiture, ma anche in questo caso ho paura che il risultato (che viene sempre e solo decretato dal pubblico) delle vendite non lascerà molto spazio ai facili ottimismi e come per la Thema anche il nome della mitica Flavia venga oscurato da un nuovo modello decisamente bello e curato ma poco attraente per i futuri acquirenti.
·In casa Mercedes, in attesa del lancio della nuova Classe A che dovrebbe avvenire verso l’autunno,la novità più significativa degli ultimi mesi mi sembra la nuova versione della Classe B. A Cuneo ne circolano già alcune, ma devo dire che personalmente a livello estetico il risultato non mi sembra così positivo soprattutto se confrontato con il modello precedente che, sempre a gusto personale, aveva tutto un altro appeal. Certo non si può dire che la nuova Classe B sia brutta, ma per quanto riguarda il “posteriore” secondo il sottoscritto si poteva fare di meglio per renderla meno pesante e goffa. Gli interni come sono invece curatissimi, a bordo gli spazi non mancano e come da tradizione Mercedes l’affidabilità della macchina dovrebbe essere un vero e proprio punto fermo.
FINE PRIMA PARTE
L'inaugurazione del tratto Cuneo - Sant'Albano Stura
Il viadotto sullo Stura della Cuneo - Asti
"Vignetta di Danilo Paparelli tratta dalla rivista Idea"
Non ci sono più i cartoni di una volta. Nel senso che oggi, a parte i Simpsons che sono immutabili nel tempo, anche i cartoni si sono evoluti. Non c’è più la ragazzina che fa breccia nel cuore di Mirko o l’ispettore che risolve i casi grazie ai mille gadgets di cui è dotato. Non ci sono più i grandi campioni del calcio e della pallavolo e non c’è più Emy, la magica Emy. Gargamella con Birba si sono ritirati al sole dei Caraibi, mentre Lupin si gode una meritata pensione d’oro come alcuni dei nostri politicanti….
I cartoni di oggi sono un concentrato di mostri, battaglie e fantascienza. La vita reale (?) non esiste più e così anche i mezzi di trasporto non sono più gli stessi di quando ero bambino io.
Ai miei tempi, tutte le macchine che vedevo nei cartoni erano di una ed una sola marca: Toyota. O almeno io credevo fosse così. A dire il vero ancora oggi sono convinto che fossero i disegnatori Toyota a prendere spunto dai cartoni animati per disegnare i loro modelli e non viceversa come logica avrebbe voluto. Insomma per farla breve per tanti anni ho ritenuto che le auto della Toyota fossero perfette per comparire nei cartoni animati degli anni ’80, ma orrende da vedere circolare per strada. Auto brutte, molto brutte, talmente brutte da essere perfette nei cartoni.
E le cose purtroppo non cambiarono fino alla fine degli anni ’90 quando la casa giapponese presentò al mercato una piccola utilitaria che avrebbe stravolto le regole del mercato. Nel 1999 nacque la Toyota Yaris, il “piccolo genio” che è arrivata proprio in questi mesi alla sua terza generazione.
Piccola, comoda, economica, maneggevole e simpatica la piccola Toyotaebbe da subito un successo incredibile e così le Yaris si impadronirono di una consistente fetta del mercato. Inizialmente, i primi modelli avevano degli interni non esattamente belli e curati per via soprattutto della plastica dura usata per il cruscotto, ma questo non impedì certamente di vincere il premio Auto dell’Anno nel 2000.
I primi motori benzina vennero affiancatinel giro di un anno anche da una versione a gasolio che ebbe grande fortuna in un momento in cui gli italiani scoprivano la convenienza del diesel al posto della classica “verde” (sembrano passati decenni da allora…). Nel 2002 Toyota mise sul mercato anche una versione della Yaris denominata Verso decisamente più grande e spaziosa anche se così sgraziata da entrare di diritto tra le cento auto più brutte degli ultimi 100 anni insieme alla Duna o alla Arna tanto per citarne altre due.
Chi mi legge da più tempo sa che io sono un felice possessore della Yaris Verso e che la sua obiettiva bruttezza è decisamente compensata dallo spazio e dalla comodità che la Verso riserva ai suoi occupanti e alle loro cose.
Il piccolo genio negli anni subì alcuni restyling che la ingentilirono e la resero molto più accattivante ed elegante cosìcchè quando la prima generazione venne mandata in pensione nel 2006 per lasciare posto alla nuova versione non si poteva certo dire che ciò succedeva perché era ormai vecchia.
Sicuramente uno degli elementi caratterizzanti della Yaris fu il suo futuribile cruscotto digitale centrale rivolto esclusivamente ad uso dell’autista in cui i dati di viaggio erano posti estremamente lontani dagli occhi del guidatore per evitare che il cambio di visuale dalla strada al cruscotto creasse problemi di fastidio e stanchezza agli occhi. E soprattutto, ma questo lo aggiungo io, permetteva ai neopatentati che si trovavano a guidare insieme ai genitori di nondover rendere conto della velocità visto che gli altri occupanti della macchina non potevano “leggere” il tachimetro….. In realtà dal mio punto di vista questa era anche la più grossa pecca della Yaris: quelle rare volte in cui non guido non sopporto di viaggiare sulla Yaris (I generazione) proprio perché non posso vedere i “dati di viaggio”.
Nel 2006 la Yaris fu sostituita dal nuovo modello che era leggermente più grande, ma allo stesso tempo era anche meno originale del precedente ed infatti anche se non possiedo dati precisi già solo il fatto che nel 2011 sia stato presentata la terza generazione mi fa pensare che la Yaris del 2006 avesse decisamente meno carattere di quello che ci si sarebbe aspettato. In più il modello Verso non fu sostituito fino a pochi mesi fa e questo fu sempre secondo il sottoscritto un grave errore da parte di Toyota. L’anno scorso decisi di vendere la mia Yaris Verso (anche se poi ci ho ripensato) ricevetti tantissime richieste di persone interessate all’acquisto e la cosa mi lasciò davvero sorpreso perché era la “prova provata”che la Verso, seppur brutta, fosse una macchina veramente azzeccata.
Pochi mesi fa Toyota ha presentato al pubblico la terza generazione della Yaris che è veramente bella, elegante, chic, ricercata e tecnologicamente veramente avanzata. Unico neo? Le forme sono quelle rimpicciolite della Auris, il modello di classe media di casa Toyota e ciò mi lascia leggermente perplesso anche se il risultato rimane comunque degno di nota.
La nuova Yaris non ha più il cruscotto digitale e centrale delle precedenti, ma la plancia strumenti è davvero bella e potrebbe tranquillamente fare concorrenza a modelli di gamma più alta.
Insomma se oggi dovessi cambiare macchina e stessi cercando un’ utilitaria certamente la nuova Yaris sarebbe ai primi posti tra le candidate.
Oggi si svolgono i funerali di Lucio Dalla la scomparsa di cui, pur non essendone un fan mi dispiace e rattrista molto.
Come ho detto non posso dire di essere mai stato un suo fan, ma alcune canzoni come “Piazza Grande”, “Attenti al Lupo”, “Caruso”…. mi sono sempre piaciute.
Soprattutto ricordo che il mio primo CD in assoluto fu un regalo di Natale arrivato insieme allo stereo nuovo ed era proprio l’Album del 1996 intitolato “Canzoni” all’internodel quale si trovava la ormai celeberrima “Canzone”.
Scrivendo di macchine il mio saluto a Lucio Dalla non può che essere motorizzato e il mio “Ciao Lucio” viene accompagnato da due sue canzoni naturalmente dedicate al mondo dei motori: “Nuvolari” e “Ayrton”.
Innanzitutto mi scuso per l’assenza ingiustificata.
In verità qualche giustificazione credo di averla: ho cambiato lavoro e sto cercando di ambientarmi nel mio nuovo ambiente e tra qualche mese…….beh, la seconda giustificazione non posso ancora scriverla più per scaramanzia che per altro…..
Insomma il blog è stato abbandonato a se stesso per oltre un mese e di questo mi scuso con i miei lettori che stanno comunque diventando sempre più numerosi e soprattutto cosmopoliti. Sarei veramente curioso di conoscere i russi, i venezuelani, i canadesi che mi leggono e chiedere loro come ciò sia possibile, ma dato che ciò non succederà, gongolo felice sapendo che i miei scritti vengono letti in giro per il globo!!!!
E così, con le scuse e i ringraziamenti di rito a tutti i miei web-lettori, oggi voglio riproporre nello spazio dedicato alle vecchie pubblicità quella che reclamizzava agli inizi degli anni ‘90 la mitica Fiat Tempra che venne prodotta dalla casa torinese tra il 1990 e il 1996 sia in versione berlina che in quella Weekend.
La Tempra prese il posto della Regata e nel 1996 fu sostituta dalla Fiat Marea; non era particolarmente bella e soprattutto era la sorella povera della Lancia Dedra, ma viene ricordata, come la Tipo, per la sua grande robustezza e resistenza.
Oggi la Tempra, così come la Dedra, è praticamente sparita dalle strade italiane, ma è innegabile sia stata un punto fermo per molti automobilisti targati Fiat.
Finalmente è arrivata!!!! No, per una volta non sto parlando di una macchina in senso stretto, ma di un'altra mia grande passione che, indirettamente, si interseca anche con la passione automobilistica.
Dicevo: finalmente è arrivata!!! E mi riferisco alla neve che quest'anno non aveva ancora imbiancato le strade cuneesi e creava in me una grande senso di tristezza.
Devo dire che infatti la neve per me significa allegria, serenità, tranquillità ed essere arrivato fino alla fine di gennaio senza neanche un fiocco mi creava decisamente fastidio.
Invece sabato, prima piano piano e poi sempre più consistente, la neve ha fatto la sua comparsa anche a Cuneo e, per farsi scusare per il ritardo, tra sabato e domenica ha sommerso tutto con quasi 50 cm di coltre bianca.
Naturalmente non ho resistito e così fin dal mattino di ieri (domenica) ho spalato neve e sono uscito in strada con la Volvo per godermi la città completamente bianca ed assolutamente silenziosa.
Devo ammettere che è stata la prima volta che ho provato la Volvo sulla neve da quando l'ho acquistata e non posso certo nascondere una certa soddisfazione circa il suo comportamente sulle strade innevate. La Volvo difficilmente perde aderenza sulle strade innevate e ciò dimostra che gli Svedesi (proprio perchè con la neve hanno spesso a che fare), più che macchine, costruiscono gatti delle nevi.....
Insomma, ieri abbiamo vissuto una vera nevicata...."coi fiocchi" e personalmente spero che in settimana, come annunciano i metereologi, la Dama Bianca torni ancora a farci visita.....
Per la rubrica CHI SI (RI)VEDE la protagonista di oggi è l'Autobianchi A112, una vera star in campo automobilistico.
La A112 venne prodotta da Fiat attraverso la sua controllata Autobianchi dal 1969 al 1986 con il preciso intento di affrontare la penetrazione sul mercato italiano della mitica "Mini". La A112 nasceva dunque con un compito davvero importante e difficile e doveva far breccia sopratutto al cuore delle sempre più numerose donne in possesso della patente. La sua linea elegante, ma graziosa, i costi contenuti e gli interni decisamente curati la fecero diventare in breve tempo un vero e proprio best seller, tant'è vero che chi la ordinava nuova doveva aspettare fino a dodici mesi prima di vedersela consegnare. Famoso divenne anche il modello ABARTH che fu palestra per molti futuri piloti di successo
Come detto la A112 ottenne un notevole successo di pubblico cosicchè rimase in produzione fino al 1986 quando la ormai settima serie venne pensionata per fare posto ad un'altra regina del mercato: la Y10.
La foto da cui trae origine questo breve articolo è stata scattata qualche sera fa a Cuneo ed immortala una A112 Junior degli anni '80 conservata in splendide condizioni. Sono passati ormai molti anni dalla sua uscita di scena e vederne qualcuna in circolazione sta diventando sempre più raro, ma da sempre penso che se diventassi collezionista di auto, la A112 non potrebbe certo mancare alla mia collezione!
In attesa del prossimo articolo che pubblicherò nel giro di qualche giorno, per lo spot della domenica questa settimana ho pensato a quello che pubblicizzava la Peugeot 205.
La 205 è stata veramente una macchina che in Italia ha avuto uno straordinario successo; ricordo ancora con emozione quella della madre del mio amico Gabriele.
La 205 è stata prodotta dalla casa francese tra il 1983 e il 1998 e ne sono state vendute oltre 5 milioni di esemplari. Della 205 esistevano diversi allestimenti tra cui uno GTI, uno Cabrio, uno Rally, uno Cabriolet e uno Van.
Nel 1998 la 205 venne mandata in pensione e sostituita da un altro best seller di casa Peugeot: la 206.
Ci sono auto la cui esistenza nell'Olimpo automobilistico è una meteora: come arriva, se ne va. Sto parlando chiaramente di tutti quei modelli che non hanno riscontrato il favore del pubblico e sono stati sostituiti dalle case madri più o meno velocemente. Mi vengono in mente ad esempio la Peugeot 1007 (quella piccola utilitaria con porte scorrevoli lateralmente in modo elettrico), la Seat Arosa, la Lancia Thesis, la Mercedes Vaneo….Insomma, tutte macchine che non sono riuscite a sfondare nell’Olimpo dei motori.
Ci sono poi delle macchine che invece sono delle vere e proprie stelle che illuminano la galassia automobilistica: sono quei modelli che “da sempre”esistono sul mercato come la Golf, la Polo, la Punto, la Clio… I produttori di queste “star” hanno il compito, talvolta ingrato, di dover solo aggiornare e modernizzare auto che vivono quasi di vita propria.
Certamente è una stella del firmamento anche la italianissima Fiat Panda arrivata proprio in queste settimane alla sua terza serie. C’è da dire che in realtà la Panda è praticamente un miracolo su quattro ruote visto che la sua seconda serie è stata commercializzata solo nel 2003, esattamente23 anni dopo il lancio della prima Panda. Un assoluto record di longevità per una macchina che è entrata di diritto nell’Olimpo degli Dei.
La Fiat Panda del 1980
Come detto, la Panda viene commercializzata per la prima volta nel 1980 per sostituire le ormai vecchie 126 e 127 dalle quali però eredita i piccoli motori 652 della 126 (la Panda 30) e 903 della 127 (la Panda 45). Nasce dalla penna e dalla mente di Giorgetto Giugiaro e nasce senza fronzoli aggiunti: una scocca, quattro ruote e quattro fanali, quattro sedili. Punto. E praticamente senza fronzoli la Panda è vissuta. Gli interni non erano nemmeno rivestiti e la lamiera fu lasciata a vista, i vetri laterali erano piatti in modo tale che non vi fosse differenza tra il vetro destro e quello sinistro (così se doveva essere sostituito bastava trovare un vetro laterale di un’altra Panda, destro o sinistro che fosse).
Tutto nella Panda era improntato alla semplicità e razionalità, come ad esempio il mitico marsupio centrale portaoggetti o il posacenere che poteva essere spostato a seconda delle necessità.
La Panda era una macchina sì spartana, ma assolutamente resistente, affidabile ed economica nei costi di gestione e manutenzione.E credo siano state proprio queste caratteristiche la chiave del successo di una macchina che, nel corso degli anni, è diventata la macchina amata da tante tipologie di persone. La Panda era chiaramente la macchina delle mamme (che non volevano o potevano comprare la Uno o la Y10), dei papà che andavano in ufficio con la Panda e lasciavano a casa la macchina della domenica, dei figli che usavano la Panda come palestra di guida, dei nonni che vedevano nella Panda una macchina adatta alle loro esigenze, dei lavoratori che nella Panda trovavano un compagno di lavoro affidabile e fedele (ricordate ancora le Panda Van della Sip???). Insomma la Panda è stata un vero status symbol per intere generazioni e la Panda ha riscosso un enorme successo in campagna ed in montagna nella sua versione 4X4 dove veniva preferita alle più costose Jeep proprio per i suoi contenuti costi di gestione, ma soprattutto per la sua agilità ed affidabilità anche su terreni innevati o sconnessi.
Nel 2003 dopo aver subito un solo importante restyling nel 1986 ed essere arrivata ad avere un motore 1.0 fire, e qualche fronzolo in più (vetri elettrici e chiusura centralizzata) la Panda, dopo 23 anni di onorato servizio fu mandata in pensione. C’è da dire che il pensionamento arrivò non per sopraggiunti limiti di età in quanto la Panda, senza più alcuna campagna promozionale da anni, continuava ad essere tra le auto più vendute in Italia.
Al momento della sua uscita di scena ne erano state prodotti oltre 4 milioni e mezzo di esemplari. E oggi il primo modello di Panda è ancora più che presente sulle strade italiane. In più, l’allestimento 4X4 va ancora letteralmente a ruba nel mercato dell’usato.
La Fiat Panda del 2003
Nel 2003 la nuova generazione della Panda venne presentata al pubblico e la prima grande rivoluzione fu l’adozione delle 5 porte anziché le tre con le quali la vecchia Panda fu sempre prodotta. La nuova Panda era decisamente sbarazzina, divertente e originale anche se aveva perso la caratteristica sobrietà del modello precedente. La nuova Panda venne eletta auto dell’anno nel 2004, segno che il successo del nuovo modello era destinato a continuare. Vennero prodotte diverse allestimenti della nuova Panda sia a benzina che a gasolio (anche la prima Panda fu dotata di un motore diesel depotenzinato, ma che non riscosse grande successo di mercato) e successivamente anche la versione “Panda Panda” e cioè la Panda con alimentazione a metano costruita utilizzando la scocca del modello Climbing (e cioè 4X4), ma senza la trazione integrale. Anche il nuovo modello è stato commercializzato anche in versione 4X4 ma, a differenza della prima Panda in cui le quattro ruote motrici erano inserite dal guidatore, nel nuovo modello la trazione integrale entrava in funzione automaticamente al bisogno.
Nel 2006 oltre a vari altri allestimenti in edizioni limitate come ad esempio la Panda Alessi costruita in collaborazione con la famosa casa piemontese di articoli per la casa, Fiat mise sul mercato anche la Panda 100 HP: un vero mostro di potenza mossoda un motore 1.4 aspirato 16 valvole che raggiungeva la velocità massima di 185 Km/h passando da 0 a100 in appena 9.5 secondi.
Una curiosità: come tutte le cose belle, anche la Panda è stata contraffatta dai cinesi che negli anni scorsi hanno presentato sul mercato la Great Wall Motors Peri. Un’ordinanza del Tribunale di Torino ha però condannato la casa cinese ad una multa di 15.000 euro per ogni esemplare importato in Europa, mentre un tribunale cinese ha invece respinto l’appello con cui Fiat accusava il marchio cinese di plagio della Fiat Panda.
La Fiat Panda 2012
Proprio in queste settimane è stata presentata la terza generazione della Panda che continuerà – ne sono certo – il successo delle prime due serie. La Panda 2012 sarà leggermente più grande delle precedenti, manterrà le cinque porte e riproporrà in chiave moderna il mitico marsupio centrale della prima Panda. Il design della Panda 2012 è curato dal Centro Stile Fiat e credo che la nuova macchina abbia tutte le carte in regola per diventare anche in questo caso la stella polare delle utilitarie per i prossimi anni.
Un'ultima annotazione: la Fiat ha deciso di non mandare completamente in pensione il modello del 2003, ma, come già successo con la Grande Punto a cui è rimasta affiancata la Punto "Classic", anche la Panda 2012 sarà affiancata nelle vendite alla Panda "Classic" (e cioè il modello del 2003 solo in più in allestimenti, tra cui quello "Climbing")
Un piccolo video tratto dalla trasmissione inglese "Fifth Gear", mette alla prova la Panda 4X4 (serie 2003) contrapponendola al ben più mastodontico Range Rover. Il video mi sembra davvero interessante per capire i motivi per i quali la Panda 4X4 ha avuto così tanto successo:
Ora invece un video di presentazione della nuova Panda presentata al pubblico proprio in questi giorni: