giovedì 25 agosto 2011

500: il successo di casa Fiat. Da sempre.

Sfido chiunque a dirmi che non conosce nessuno che l’abbia avuta. Non esiste. Tutti sicuramente frequentiamo qualcuno che tra il 1957 e il 1975 ne ha guidata almeno una. Era la macchina degli italiani. Ne sono state vendute oltre 4.500.000 di esemplari. Di chi sto parlando? Della 500, naturalmente. Fu lo straordinario successo di casa Fiat in campo automobilistico. Era la macchina della rinascita economica, era ciò che tutti potevano finalmente permettersi anche perché era indistruttibile. Era spartana, molto spartana, ma dato che “tutto quello che non c’è, non si rompe” era la macchina ideale per chiunque in quanto non richiedeva un’eccessiva manutenzione e grazie al suo motore 500 cc. quasi tutti potevano permettersela. Oggi fa quasi ridere quando per la strada se ne vede una, magari a fianco di qualche immenso X5 o X6, ma c’è da dire che gli appassionati della vecchia Cinquecento sono veramente un esercito e i loro raduni sono affollati quasi quanto quelli delle 2Cv. di casa Citroen.
Nel 1991 uscì un altro modello di 500 e rimase sul mercato fino al 1998. Fu, per alcuni anni la seconda macchina più venduta in Italia dopo la Punto, ma personalmente non mi è mai piaciuta né mi è mai sembrata interessante soprattutto se confrontata con la sua antenata.
Quando nel 2006 la Fiat annunciò che entro 500 giorni avrebbe commercializzato la nuova 500 nessuno si aspettava forse un così grande successo come quello che si è registrato in questi ultimi anni. Nell’estate 2007, a cinquant’anni esatti dalla sua progenitrice venne messa sul mercato quella che oggi, secondo chi scrive, è la più bella macchina in circolazione sulle strade italiane. Le sue forme e i suoi interni ricordano quelli dell’antenata, ma con una classe,un’eleganza, una grazia che davvero la pongono nell’Olimpo delle macchine più belle del mondo.
C’è da dire che la Cinquecento di oggi non è più la macchina per tutti come fu la prima perché i costi sono decisamente elevati, ma è decisamente la macchina per chi cerca una quattro ruote elegante, chic, di design. La nuova 500 non si confronta infatti con le piccole utilitarie di quello che sarebbe il suo segmento (vedi Twingo, Aygo, Yaris…), ma con macchine di tendenza come la Mini e nel prossimo futuro il Maggiolino della Volkswagen.
In realtà oltre alle “normali” 500, Fiat ha creato alcune edizioni limitate come la 500 “Barbie” o la  “So- Pink” prodotte in sole 50 unità o ancora la 500 “Diesel” (quella dei Jeans”) o la 500 “ Gucci” oltre a quella cabrio e quella elaborata che ha riportato alla ribalta il marchio Abarth.
La 500 in questi anni ha vinto premi su premi tra cui mi sembra importante ricordare: Auto dell’anno 2008, Auto Europa 2008, Auto più bella del mondo, categoria citycar 2007, World Design Car Year 2009.
Unica nota dolente per casa Fiat e per la 500 è l’America: infatti  doveva essere la macchina con cui Marchionne  entrava a gamba tesa nel mercato automobilistico americano e si prevedeva di venderne almeno 50.000 per il 2011, mentre ad oggi ne ha vendute poco meno di 10.000 che è decisamente un risultato poco incoraggiante anche se credo che sia questione più che altro di cultura. In America non sono abituati alle macchine piccole. Noi sì e a noi la Cinquecento piace davvero tanto.

Fiat 500 (1957-1975)

Fiat 500 (1991-1998)

Fiat 500 (2007)

Fiat 500 Abarth (2008)

Fiat 500 Cabrio (2009)

Fiat 500 Gucci (ed. limitata)

Fiat 500 So-Pink (ed. limitata 50 esemplari)

Fiat 500 Diesel Jeans (ed. limitata)
Raduno 500 storiche

giovedì 18 agosto 2011

Un giorno al museo. Dell’automobile naturalmente.


 Siete appassionati di design in ogni sua forma? Shumacher e Nuvolari sono i vostri idoli? Vi piace lo sport e le competizioni sportive? Vorreste fare un viaggio indietro nel tempo? Siete dei veri appassionati di macchine? Se la risposta a tutte queste domande è sempre è solo sì allora c’è un posto che fa per voi: il Museo dell’Automobile di Torino.
Da anni ormai la capitale piemontese è famosa per le sue proposte culturali ed artistiche e anche se negli ultimi mesi i tagli alla cultura stanno creando danni gravissimi ad un sistema virtuoso, Torino rimane il fulcro di proposte innovative e sorprendenti.
Non bisogna però dimenticare che la città sabauda è stata ed è ancora anche la capitale dell’auto in quanto la Fiat è nata èd ha la sede proprio in quel di Torino. E allora non poteva mancare in questo contesto anche un Museo dedicato proprio alle quattro ruote.
Il Museo Nazionale dell’automobile di Torino ha riaperto al pubblico nei mesi scorsi dopo una radicale e straordinaria trasformazione del percorso e dell’edificio e la sua visita non può certo mancare ad un vero appassionato di automobili.
Ci sono macchine e prototipi per tutti i gusti a partire dalle prime carrozze a motore fino ad arrivare ai quei progetti che forse rimarranno solo tali.
Ci sono le prime Rolls Royce così come la mitica Citroen 2Cv di epoca hippies, la Ferrari 208 Gtb così come la Fiat Multipla (degli anni 60 naturalmente…), l’alfa Romeo 155 V6 TI che nel 1996 perse per un soffio L’ITC – International Touring Car Championship così come l’Isotta Fraschini del 1920, la Citroen Ds (Lo squalo), così come la Ferrari F40 da competizione e così via con centinaia di modelli alcuni protagonisti nella nostra memoria, altri davvero unici nel loro genere.
Ci sono macchine trasformate da grandi architetti in oggetti d’arredamento, i prototipi di quelle ad energia solare e una immensa galleria dedicata ai bolidi della Formula 1 dagli anni 40 fino alla Ferrari con cui Michael Schumacher ha vinto il campionato mondiale nel 2003
Non voglio continuare oltre  con la descrizione per non rovinare la meraviglia e la sorpresa di chi deciderà di visitarlo, ma avverto che c’è il serio rischio di essere portati via con la forza al momento della chiusura del Museo perché l’uscita volontaria una volta entrati non è contemplata.
A me - e so di essere un caso clinico - tra le tante è rimasta nel cuore la Lancia Flaminia Presidenziale che accoglie il visitatore alla fine del giro di visita. Una vera chicca, in esposizione grazie alla gentile concessione della Presidenza della Repubblica.

Per ogni informazione e per gli orari di visita consultare il sito http://www.museoauto.it/


Alfa Romeo 155 V6 TI (1996)

Carrozza di Bordino (1854)

Ferrari 208 GTB Turbo (1982)

Fiat Multipla (1956)

Lancia Flaminia Presidenziale (1961)

Lancia Delta Evoluzione (1991)

Isotta Fraschini mod. 8.A (1929)

giovedì 11 agosto 2011

A proposito di Fiat Tipo

Il mio amico Luca, altro compagno di scorribande giovanili e appassionato di auto mi ha inviato questo articolo "storico" dedicato alla Fiat Tipo uscito sulla Stampa nel dicembre del lontano 1988. Non sapeva che avrei parlato proprio della Tipo nel mio articolo di oggi e quindi mi fa ancora più piacere pubblicare questo ritaglio di giornale.

Ho pensato che mi piacerebbe inserire ogni tanto, qua e là, qualche vecchio articolo, pubblicità o curiosità dedicata alle macchine degli anni passati quindi se qualcuno avesse del materiale può inviarlo all'indirizzo: marini.fra.ma@gmail.com. 










" Lei non sa chi sono io" (per fortuna)





Nella vita non è sempre facile portare cognomi importanti. Sono tanti gli esempi di discendenti di famiglie famose che non reggono il confronto con i propri avi e che fanno parlare di sé più per quello che non sono che per quello che fanno.
Anche in campo automobilistico è così. Certo con delle differenze, ma il principio è lo stesso.
Quando un modello di auto ha successo, molto successo, il problema si pone al momento del suo necessario pensionamento quando la casa costruttrice deve immettere sul mercato una nuova macchina che non solo piaccia, ma soprattutto non faccia rimpiangere la precedente. Ma non sempre succede: sono numerosi infatti gli esempi di nuovi modelli che fanno flop soprattutto se confrontati con il proprio predecessore.

Ricordo ancora con affetto e nostalgia le due Lancia Thema del padre di Gabriele (mio compagno di scorribande quando ero bambino e grande appassionato di auto,soprattutto  BMW) con le quali ci portava al mare tutte le estati. Noi eravamo contenti non solo per il mare, ma forse soprattutto per il viaggio che ci aspettava seduti su quel bolide targato Lancia. Sì, la Thema è stata la macchina simbolo per tanti italiani: bella, elegante, sportiva (ne esisteva una versione con motore Ferrari) era la macchina dei sogni per molti oltre ad essere la macchina di rappresentanza per il nostro governo e le nostre istituzioni. Poi, a metà degli anni 90 arrivò anche per lei la pensione e dal cappello la Lancia tirò fuori la Kappa: semplicemente insignificante. Così insignificante che venne proposta anche la versione coupè: orrenda. La comprarono in pochi e smise praticamente di essere auto di rappresentanza per lasciare posto alle più belle, sicure e affidabili Bmw, Audi, Mercedes. Poi dato che al peggio non c’è mai fine al suo posto arrivò la Thesis che più che una macchina assomigliava a un barcone per immigrati. Un barcone di lusso, ma barcone. Brutta davanti, brutta di fianco, oscena dietro, la Thesis decretò la fine ufficiale del marchio Lancia quale sinonimo di eleganza, bellezza e signorilità. Vedremo cosa succederà ora con l’arrivo della nuova Thema, ma come ho già scritto in precedenza vedo solo nuvole all’orizzonte….


Un altro caso italiano fu la storia della Fiat Tipo, auto dell’anno 1989, campionessa di vendite del suo settore.
Sicuramente chiunque ha in famiglia o tra i conoscenti stretti qualcuno che l’ha avuta: famiglie, rappresentanti, aziende, forze dell’ordine, la Tipo era la macchina perfetta per ogni necessità. Spaziosa, compatta e soprattutto resistente  ebbe un successo strepitoso fino a quando arrivò il dramma con il suo pensionamento e il conseguente lancio della Fiat Brava. Anche lei spaziosa e resistente, ma brutta. Tremendamente brutta. E i risultati delle vendite non lasciarono spazio ad interpretazioni.
Ma volendo ficcare il naso anche all’estero mi viene in mente la  Ford Focus che ebbe un successo straordinario ( sia nella versione berlina che in quella wagon) con il primo modello, ma che non seppe replicare con il secondo che era decisamente più sgraziato. Stessa cosa dicasi per la Toyota Yaris che 12 anni fa compariva per la prima volta sul mercato diventando in poco tempo la regina delle utilitarie. La nuova Yaris uscita nel 2006 non è riuscita ad imporsi come la sua antenata perché decisamente meno bella e con meno personalità. Anche a casa Renault la nuova Twingo non è riuscita a competere con la sua antenata e a casa Audi la nuova A4 non riesce a piacere come le precedenti.
Insomma sembrerebbe che nessuna casa automobilistica sia immune dal problema anche se non mi è venuto in mente nessun esempio in tal senso in casa Mercedes e Bmw. Sarà un caso?  



Lancia Thema 


Lancia Kappa

Lancia Thesis

Fiat Tipo

Fiat Brava








giovedì 4 agosto 2011

Le auto del "volere ma non potere"

Alzi la mano chi non ha una propria auto dei desideri. A dire il vero io ho parecchie auto dei sogni a partire dalla nuova 500, passando per la Alfa Romeo Brera e arrivando alla Bmw M3.
Poi però quasi tutti quando compriamo una macchina nuova o usata che sia valutiamo l’uso che ne faremo e soprattutto la disponibilità economica. E così l’auto dei desideri rimane quasi sempre tale e da un certo punto di vista è bello che sia così perché sognare non costa nulla e ogni volta la possiamo immaginare  anche cambiando gli allestimenti, il colore, il motore e quant’altro a nostro piacimento.
Ho scritto però quasi tutti perché c’è anche qualcuno che alla macchina dei sogni proprio non vuole rinunciare e allora cerca sul mercato quella che più si avvicina ai suoi desideri. I risultati sono per lo più desolanti.  Io le chiamo le auto del “volere ma non potere” e purtroppo ce ne sono per tutti i gusti e per quasi tutti i segmenti.
Ma facciamo alcuni esempi:
C’è chi sogna da sempre il fuoristrada e si immagina alla guida di un Range Rover, una Jeep, un Pajero…, ma visti i costi proibitivi acquista la Dacia Duster. Sì, è vero che si è comprato il fuoristrada,ma io piuttosto che mettermi in strada con quella macchina la chiudo in garage e ne muro l’ingresso.
C’è poi chi sogna di guidare al mare con i capelli accarezzati dal vento, alla guida di una bella cabriolet, che so un’Audi A3 o A4, una Bmw serie 3, una Mercedes, una Saab e si ritrova con ai piedi una Micra, una Megane, una Punto (quando ancora le facevano), tutte però esclusivamente Cabrio….
Purtroppo il fondo lo si tocca con gli amanti delle macchine sportive, i coupè. Sul mercato ne esistono di tutti i tipi, alcuni dei quali veramente eccezionali ma certamente almeno per il sottoscritto sono quelle della Bmw, della Mercedes, dell’Alfa Romeo e dell’Audi le più belle. Poi però ci sono quelle del “volere ma non potere” e credo che in questo campo la regina incontrastata sia la Hyundai S Coupé. Semplicemente orrenda, ma coupè.
In realtà forse la coupè cabrio più brutta sul mercato ( e forse al mondo) è  quella di casa Daihatsu, la Copen, ma per fortuna gli italiani che l’hanno comprata per avere una coupè cabrio credo si possano contare sul palmo di una mano. Non è orrenda è peggio 


Volere e potere - Range Rover Vogue


Volere ma non potere - Dacia Duster


Volere e potere - Bmw 320 Cabrio


Volere ma non potere - Nissan Micra C+C


Volere e potere - Mercedes CLK


Volere ma non potere - Hyundai S Coupè


Volere ma non potere - Daihatsu Copen